(Meridiananotizie) Roma, 30 maggio 2012 – Tornano nelle chiese, cattedrali e abitazioni vescovili le opere d’arte sequestrate da Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale. Si tratta di circa duecento beni, in prevalenza di natura sacra, composta in gran parte da argenti sacri come calici, crocifissi, reliquiari, ostensori, navicelle, candelabri, corone, aureole di età compresa tra il XVI e il XIX secolo, insieme a dipinti del XVII e XVIII secolo con statue di santi, madonne e putti, parti di altare in marmo, libri antichi del XVII secolo, libri coopti del XII, XIV e XV secolo.
«Un vero patrimonio stimato in oltre un milione di euro – spiega il Tenente Colonnello Raffaele Mancino – trovato a casa di un ex professore di Storia dell’arte romano, con la passione per le opere d’arte». Proprio attraverso l’individuazione di questo acquirente, frequentatore di banchetti di Porta Portese, i carabinieri sono riusciti a risalire ad altri quattro soggetti risultati i principali venditori di refurtiva. Sono tuttora in corso accertamenti per individuare ulteriori fornitori del collezionista. Intanto, le opere d’arte recuperate verranno restituite e riportate nei luoghi da dove sono state sottratte attraverso furti consumati durante l’ultimo trentennio.
Tra le opere di maggior pregio spiccano per importanza storico-artistica una scultura lignea policroma della Madonna con Bambino di manifattura abruzzese-ternana del XIV-XV secolo, rubata nel 2006 da una chiesa di Castel dell’Aquila in provincia di Terni; due calici in argento sbalzato del XVIII secolo trafugati nel 2004 dalla chiesa di San Leucio in Atessa, in provincia di Chieti; cinque calici in argento cesellato e dorato, del XVII e XVIII secolo, di cui uno corrispondente al nome del maestro pittore Pietro Berrettini, in arte Pietro da Cortona, tutti trafugati nel 2001 dall’Ente Ecclesiastico Conservatorio di Sant’Eufemia di Roma. E ancora: un messale con copertina in legno con decori in argento dell’argentiere romano Sebastiano Greci da Arcevia, trafugato nel 2000 dal Convento di San Nicola da Tolentino; un piccolo calice in argento e oro con pietre preziose incastonate trafugato nel 1996 dalla chiesa Cattedrale dell’Assunta di Nola; quattro reliquiari in argento e oro e diciassette preziosi libri copti manoscritti in lingua Gèez, risalenti ai secoli XIII, XIV, XV, volumi sacri appartenuti alla Chiesa Ortodossa Etiope Tewahido, esportati in Italia illegalmente, oggi restituite al rappresentante dell’ambasciata etiope. «Questa operazione che ci ha impegnato alcuni mesi e che non è ancora conclusa – spiega il Tenente Colonnello Raffaele Mancino – è una risposta sul campo alla richiesta di aiuto da parte della Cei, relativa alla sicurezza delle chiese».
Il servizio di Andrea Fiorilli
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