Secondo Legacoop Lazio, il mercato conosciuto negli anni passati non tornerà più, anche la eventuale ripresa vedrà una forte riduzione degli investimenti pubblici e un numero minore di bandi di impatto medio basso. Per reagire si deve cercare di operare in maniera mirata
(MeridianaNotizie) Roma, 13 marzo 2014 – Costruire una “federazione” delle associazioni di categoria, valorizzare i beni culturali e turismo di Roma e Lazio e puntare sull’ambiente, sulla green economy e sulle energie rinnovabili. Questi sono solo alcuni degli obiettivi che serviranno ad uscire dalla crisi. A dirlo la Legacoop Lazio in occasione del congresso “Le costruzioni tra crisi, innovazione e rilancio del settore”.
“Il settore delle costruzioni incideva per il 35% sul PIL romano e regionale. – ha spiegato il presidente ARCPL Legacoop Lazio, Maurizio Giachi – Il crollo dovuto alla crisi è stato strutturale. Ha colpito tutto il sistema produttivo con dati disastrosi e ripercussioni terribili sulle vite degli imprenditori e dei lavoratori.” Secondo Giachi sulla situazione ha inciso fortemente lo stop dei lavori pubblici, con una diminuzione tra il 2008 e il 2013 pari al 70%.
Dal 2009 al 2013, in basi ai dati forniti dalla Legacoop Lazio, gli investimenti nel settore delle costruzioni a Roma e provincia hanno subito un calo del 25%, passando dagli 8 ai 6 miliardi di euro. Nello stesso periodo, le ore lavorate sono passate dalle 51,7 alle 32,5 (-38%). Gli occupati a Roma e provincia erano quasi 62 mila, nel dicembre 2013 erano poco più di 37 mila (-39%).
Secondo Giachi, il mercato conosciuto negli anni passati non tornerà più, anche la eventuale ripresa vedrà una forte riduzione degli investimenti pubblici e un numero minore di bandi di impatto medio basso. Per reagire si deve cercare di operare in maniera mirata.
Per questo la Legacoop Lazio indica alle istituzioni sette mosse per il rilancio del settore. Oltre a quelle accennate all’inizio: è necessario che tutti quei lavori che sono stati già appaltati vengano subito realizzati; dare il via ad una programmazione per opere di manutenzione nei settori dell’edilizia scolastica, viabilità, opere di riassetto idrogeologico e piccole infrastrutture urbane; evitare l’occupazione di nuovo suolo edificatorio prediligendo la riqualificazione del tessuto urbano esistente per migliorare la vivibilità della città e per rispondere all’esigenza di nuove categorie sociale, puntando sul social housing.
Servizio di Teresa Ciliberto
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