L’organizzazione reclutava le ragazze dalla Nigeria, spesso minorenni, attraverso la mediazione di altri referenti del gruppo criminale.
(MeridianaNotizie) Roma, 8 aprile 2014 – Venivano sottoposte a riti di magia nera e obbligate a sottoscrivere un debito di 50mila euro da restituire nel corso degli anni con il ricavato di prestazioni sessuali. Le giovani donne, tutte nigeriane, erano totalmente assoggettate e obbligate a prostituirsi tutti i giorni della settimana sotto la minaccia di maledizioni e ritorsioni sulla famiglia d’origine. È quanto scoperto dai carabinieri della compagnia di Anzio, nel corso dell’operazione Niger, grazie alla quale hanno smantellato una vera e propria organizzazione criminale operante sul litorale a sud di Roma e accusata di sfruttamento della prostituzione e traffico di stupefacenti.
Lo sviluppo delle indagini ha consentito di accertare la presenza nel territorio della Compagnia di Anzio di almeno tre “madame” facenti parte dell’organizzazione che, oltre a gestire diverse prostitute presso abitazioni del luogo, reclutavano altre ragazze dalla Nigeria, spesso minorenni, attraverso la mediazione di altri referenti del gruppo criminale. . Accertata nel corso dell’indagine anche la vera e propria riduzione in schiavitù delle persone offese, emblematica in tal senso la costrizione all’aborto praticato nei confronti di una delle ragazze da parte delle sue due madame.
Lo sviluppo delle indagini ha consentito di accertare la presenza nel territorio della Compagnia di Anzio di almeno tre “madame” facenti parte dell’organizzazione che, oltre a gestire diverse prostitute presso abitazioni del luogo, reclutavano altre ragazze dalla Nigeria, spesso minorenni, attraverso la mediazione di altri referenti del gruppo criminale. . Accertata nel corso dell’indagine anche la vera e propria riduzione in schiavitù delle persone offese, emblematica in tal senso la costrizione all’aborto praticato nei confronti di una delle ragazze da parte delle sue due madame.
13 le misure di cautelari emesse dal Gip nei confronti di 13 soggetti (12 nigeriani, tra cui 4 donne, ed un italiano), ritenuti responsabili a vario titolo di sfruttamento della prostituzione (anche minorile), riduzione in schiavitù, ingresso illegale di clandestini al fine dello sfruttamento sessuale e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
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