Dai primi risultati di questo “studio pilota” è emerso che la composizione della flora batterica intestinale dei pazienti cambia se questi sono in cura con uno dei farmaci gastroprotettori.
(Meridiana Notizie ) Roma, 12 settembre 2014 – Avanzatissime tecniche di mappatura a tappeto del Dna, che consentono di analizzare tantissimi genomi in poco tempo, sono state introdotte di recente al Policlinico universitario A. Gemelli di Roma per la mappatura completa del Dna della flora batterica intestinale (microbiota) di 10 pazienti con un’infezione da Helicobacter pylori. Dai primi risultati di questo “studio pilota” è emerso che la composizione della flora batterica intestinale dei pazienti cambia se questi sono in cura con uno dei farmaci cosiddetti “inibitori di pompa protonica”, o più comunemente noti come gastroprotettori, prescritti in Italia a molti milioni di individui. Lo comunica il Gemelli.
Lo studio è stato per la prima volta presentato presso l’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma in occasione del XXVIIth International Workshop on Helicobacter and Microbiota in Inflammation and Cancer, dedicato a Helicobacter pylori e al suo ruolo nell’infiammazione gastrointestinale e nel cancro, a cura del Gruppo di Studio Europeo su Helicobacter – EHSG (11-13 Settembre). Il lavoro è frutto di una collaborazione delle Unità di Gastroenterologia e Microbiologia del Gemelli. Condotto dal professor Antonio Gasbarrini, ordinario di Gastroenterologia e Presidente del convegno, insieme al professor Giovanni Cammarota, docente di Medicina interna, al professor Maurizio Sanguinetti, Ordinario di Microbiologia, e a Luca Masucci, docente di Microbiologia, lo studio segna l’inizio di una serie di ricerche che potrebbero portare nel prossimo futuro a molte applicazioni cliniche per pazienti con patologie gastrointestinali e non solo di quelle. La metagenomica è una tecnica molto avanzata di mappatura del Dna che consiste nel sequenziamento dell’intero genoma di un gruppo di migliaia di specie di microrganismi che condividono lo stesso habitat, nel caso della flora batterica è il tratto intestinale.
Nello studio del Gemelli si è scelto di mappare il Dna completo del microbiota di 10 pazienti sottoposti a endoscopia, per alcuni dei quali era poi risultata una diagnosi di Helicobater pylori, il batterio dell’ulcera le cui ricerche sono valse il Nobel e, ieri, anche la laurea honoris causa in Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica a Barry James Marshall. Metà dei pazienti erano inoltre in cura con gastroprotettori, farmaci molto usati non solo per chi ha una patologia gastrointestinale, ma anche per chi è in terapia antiaggregante o anticoagulante.
“Ebbene – afferma Gasbarrini – è emerso che l’uso di questi farmaci si può associare a modifiche sostanziali della composizione del microbiota del paziente, spesso a favore di specie batteriche non del tutto vantaggiose per la salute umana, anche se – dato lo scarso numero di pazienti arruolati in questo studio – è prematuro affermare vi sia un nesso di causa-effetto tra l’assunzione di questi farmaci e modifiche della flora intestinale”.
Per quanto si tratti di uno studio preliminare, questo lavoro è importante perché dimostra che “in linea di principio nel prossimo futuro – aggiunge Gasbarrini – sarà possibile l’utilizzo di moderne metodiche di genomica per studiare a fondo la flora batterica intestinale di pazienti e capire se la composizione di essa sia in qualche modo correlabile a patologie tra le più disparate, dall’obesità al diabete, dalla gastrite al morbo di Crohn”.
“Al momento – conclude Gasbarrini – abbiamo già in corso altre ricerche con l’uso della metagenomica su diverse patologie gastrointestinali, quali la cirrosi epatica e malattie infiammatorie croniche intestinali, con l’obiettivo di avere una conoscenza più ampia della composizione e del ruolo di gut microbiota nelle diverse patologie del tratto intestinale”.
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