(MeridianaNotizie) Roma, 30 marzo 2015 – “Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato: senza il loro supporto non avrei avuto la forza di arrivare fino a qui. Ringrazio in particolare mio padre, i miei avvocati e i miei familiari”. Così Raffaele Sollecito alla conferenza stampa a Roma. “Mi sento come un sequestrato tornato alla libertà. Il mio sequestro è stato insopportabile. Sono stato additato come un assassino senza uno straccio di prova. La mia famiglia è stata fatta a pezzi, sbriciolata”. Non è vero che non mi aspettavo questa sentenza: questa sentenza doveva finire così”.
Raffaele Sollecito: Mi è sembrato tutto surreale – “Ho una lista infinita di momenti brutti: 7 anni e 5 mesi è un tempo infinito quando si vive in una tragedia infernale che fa parte della tua esistenza. Tra i momenti più brutti, quello del mio arresto. Ora potrò vivere come un ragazzo della mia età. Non avevo nulla a che fare con quell’omicidio, mi sembrava tutto surreale”. “Non dimentico nemmeno le offese gravissime nei confronti dei miei familiari. Ho sentito livore nei miei riguardi. Ancora oggi mi chiedo perchè di quell’odio che è nelle carte”.
Raffaele Sollecito: Non avevo motivo di uccidere Meredith – “A me dispiace che la famiglia di Meredith sia delusa dalla sentenza. Questa sentenza è la verità processuale che stavolta è coincidente con i fatti. Io non ho nulla a che fare con il delitto. Meredith la conoscevo pochissimo, non avevo motivi per avere astio e rendermi partecipe di un delitto orribile. Spero che loro riconoscano questa verità dei fatti. Guede non lo conosco affatto. Amanda l’ho sentita ultimissimamente, le ho fatto gli auguri, siamo entrambi molto felici. Ha festeggiato con la sua famiglia”.
Giulia Bongiorno: Sollecito imputato modello – “Valuteremo istanze relativamente all’ingiusta detenzione, ma non ci sono sentimenti di vendetta nell’animo di Raffaele. Non cerchiamo vendette verso giudici che hanno sbagliato”. Lo ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno in conferenza stampa. “E’ sbagliato pensare che andremo a frustare i giudici. La responsabilità civile è un istituto serissimo, non va esercitato con spirito di vendetta, non ci sono allo stato iniziative di questo genere”.
Cristina Pantaleoni