(MeridianaNotizie) Roma, 27 dicembre 2015 – Zahran Alloush, capo del potente gruppo jihadista “Jaysh al-Islam” (“L’esercito dell’Islam”), è stato ucciso nella serata di venerdì 26 dicembre da un raid sferrato dall’aviazione del governo siriano, alla periferia della capitale della Siria Damasco, dove operano diverse formazioni terroristiche.
Jaysh al-Islam è una coalizione di diversi gruppi islamisti di matrice salafita che nei sobborghi orientali di Damasco combattono contro le forze armate del governo siriano guidato da Bashar al Assad. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa siriana SANA, l’intelligence dell’esercito siriano avrebbe confermato la distruzione del quartier generale del gruppo capeggiato da Alloush, eliminato insieme ad altri comandanti “ribelli” sia della stessa organizzazione che di altri gruppi jihadisti quali al-Rahman Legion and Ahrar al-Cham, accusati di uccisioni di civili a Damasco e in periferia (http://sana.sy/en/?p=64870 ).
I terroristi guidati da Zahran Alloush e sostenuti dall’Arabia Saudita, erano stati criticati dall’Osservatorio siriano per i diritti umani per i loro metodi violenti e brutali quali esecuzioni in pubblico e torture in gabbie a cielo aperto, in particolare nella regione Al Ghouta vicino Damasco (http://www.longwarjournal.org/archives/2015/11/syrian-rebels-use-caged-civilians-fighters-to-deter-airstrikes.php). Il leader jihadista, in qualità di rappresentante dell’opposizione siriana al governo di Assad, aveva partecipato anche alla conferenza di Riad sul futuro della Siria dello scorso 9 dicembre, dove la sua presenza aveva infatti destato scalpore in alcuni osservatori.
Patrizio Marrone