(MeridianaNotizie) Roma, 24 maggio 2016- Un “consolidato sistema” dedito al traffico e allo smaltimento di oltre 250 mila rifiuti in due cave della Campania, è stato scoperto dai carabinieri del Noe, coordinati dalla procura di Napoli. Agli arresti domiciliari sono finite 14 persone, tra imprenditori e professionisti, e 45 sono ora indagati e accusati di aver falsificato documenti di trasporto e certificati di analisi per ottenere un “ingiusto profitto” di alcuni milioni di euro, provenienti dal risparmio sui costi dello smaltimento in siti autorizzati. I carabinieri.
Un esposto anonimo ha fatto scattare le indagini del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Caserta, congiuntamente ai militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e dal personale della Polizia Metropolitana di Napoli, che hanno permesso di stabilire come presso la cava di San Severino, la società “San Severino Ricomposizioni ambientali srl” non rispettasse i previsti processi di “separazione, vagliatura e macinazione mediante specifico impianto” nello smaltimento dei rifiuti. Analoga sorte è toccata alla seconda cava, sempre nel comune di Giugliano in Campania, dove le forze dell’ordine hanno accertato la creazione di un miscuglio di rifiuti e pozzolana da vendere all’industria Moccia di Caserta, produttrice di laterizi e cemento. “I controlli hanno stabilito – riferiscono gli investigatori – come i mattoni, destinati all’edilizia civile, presentassero una particolare fragilita’, circostanza peraltro emersa in maniera palese anche da alcune conversazioni telefoniche”.
Altri accertamenti avrebbero evidenziato altri traffici illeciti nei lavori di ripulitura dell’alveo del canale di via Cirillo, nel Comune di Quarto, in cui gli indagati sono accusati di aver smaltito illecitamente i rifiuti speciali non pericolosi. Le condotte “gravi” coinvolgevano diversi aspetti nella gestione dei rifiuti illeciti, dalla ricezione e miscelazione illecita dei materiali alla mancanza di macchinari idonei, dalle irregolarità sistematiche nei registri di carico e scarico, fino alla mancanza di valide analisi e accertamenti chimici sui rifiuti.
I carabinieri hanno sequestrato le due cave, la San Severino e la Neos di Giugliano in Campania, oltre ai mezzi di diversi ditte, aree di stoccaggio di rifiuti ed impianti. Dalla condotta illecita degli indagati, gli investigatori, avrebbero “evidenziato un concreto danno per l’ambiente”.