(Meridiananotizie) Roma, 15 febbraio 2012 – Nella solitudine di un camerino improvvisato un (ormai non più) giovane attore, impegnato a provare la spericolata messinscena di un importante testo letterario, si ritrova a fare i conti con se stesso. Questo il contenuto della rappresentazione teatrale Mumble mumble di Emanuele Salce e Andrea Pergolari che mette in scena l’ambizioso tentativo del protagonista di combinare l’attrazione per una verità assoluta, il contatto con la relatività dell’esistente, le pulsioni sessuali ed un irrefrenabile (e non del tutto astratto) bisogno di liberazione. Cercando di conciliare le pagine di Dostoevskij, gli Europei di calcio, i paterni cerimoniali funebri, un’irresistibile bionda australiana.
Con il controcanto ironico e discreto di un personaggio-spettatore ora complice ora provocatore, assistiamo ad una confessione pubblica di sogni, incubi, ossessioni tutti implacabilmente sotto il segno dell’amore e della morte. Ovvero delle due complementari pulsioni primarie che stringono d’assedio l’uomo dall’alba dei tempi: eros e thanatos. Una confessione che è un balletto selvaggio di tragica comicità; un infuriare di ricordi macabri, grotteschi, osceni; di personaggi pubblici e teneramente privati; un intreccio inestricabile di cultura e provocazione, di attese insoddisfatte e di traiettorie felicemente impreviste; un orfano d’arte partecipe di un mondo assurdamente logico.
Il servizio di Leonardo Cerquiglini
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