(Meridiananotizie) Roma, 15 marzo 2012 – Piazza Montecitorio ormai è una grande macchia gialla, gialla come le bandiere e i cappellini delle migliaia di agricoltori che, da stamattina, stanno manifestando contro il mancato divieto per legge del finanziamento di prodotti realizzati all’estero che imitano il vero Made in Italy. In cielo sventolano striscioni come «Stop al falso pecorino di Stato», «Con i nostri soldi lavoro in Romania e disoccupati in Italia», «Paghiamo l’Imu per favorire il falso Made in Italy».
Alla manifestazione stanno partecipando anche i sindaci di molti Comuni italiani, con le fasce tricolori ed i gonfaloni. «Bisogna assolutamente evitare che decisioni sbagliate dal punto di vista dello sviluppo economico possano creare della concorrenza sleale sui nostri prodotti», ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «I Comuni italiani sono schierati a favore dell’agricoltura: noi abbiamo il radicamento della nostra identità nei territori agricoli – ha aggiunto il primo cittadino della Capitale – e persino Roma, che è il Comune agricolo più grande d’Europa, trova il suo radicamento nell’Agro Romano». I soldi pubblici, spiegano gli agricoltori in piazza, «non devono essere investiti per la delocalizzazione dei prodotti all’estero, ma per valorizzare il Made in Italy».
Sono oltre 2.200 (2.215) i Comuni che hanno finora adottato delibere a sostegno del Made in Italy e per chiedere di vietare il finanziamento pubblico di prodotti taroccati fatti all’estero, come il falso pecorino. A questi si aggiungono 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e altri enti. Questi i dati resi noti dalla “alleanza per il Made in Italy” promossa dalla Coldiretti che, insieme a consumatori, ambientalisti, cittadini manifestano oggi davanti a Roma, davanti Montecitorio. In piazza sono stati portati anche esemplari di caciotta e pecorino prodotti in Romania da una società partecipata dello Stato. «Un esempio eclatante in cui lo Stato favorisce la delocalizzazione e fa concorrenza alle imprese nazionali sfruttando il valore evocativo del marchio Made in Italy che è il principale patrimonio del Paese ma è spesso usurpato, contraffatto e sfruttato» dice Coldiretti. Si tratta di prodotti, spiega l’associazione, realizzati in Romania da Lactitalia Srl con latte rumeno ma commercializzati con nomi e immagini che evocano e sfruttano l’italianità. Lactitalia è una società partecipata dalla Simest, società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre alla concorrenza sleale alle altre imprese e al sostegno alla delocalizzazione, le operazioni a favore dell’Italian sounding, da parte della Simest – prosegue la Coldiretti – determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della saturazione del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori una corretta comparazione.
Il servizio di Rosa Corsi
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