(Meridiananotizie) Roma, 1 giugno 2012 – In Italia in carcere spesso si muore. Alcuni sono suicidi, altri no. Dietro le informazioni istituzionali, spesso c’è un’altra storia. Questo è quanto emerge dal libro “Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri” di Luigi Manconi e Valentina Calderone e presentato ieri presso la Casa della Memoria e della Storia.
Il nostro non è un atto di denuncia generalizzato e indistinto. È una precisa presa di posizione basata su fatti, circostanze, nomi e cognomi. Atti giudiziari, referti clinici, perizie autoptiche, interviste ai parenti. Così Valentina Calderone.
Scriviamo il libro perché la sacralità della vita del cittadino viene ripetutamente violata, subisce strappi, abusi, illegalità – ha spiegato Luigi Manconi – Documentiamo questa rottura a opera dello Stato del patto stipulato con i cittadini. Peggio, si è reso responsabile di un attentato alla loro incolumità. Se guardiamo la popolazione detenuta, esclusi i criminali di media e alta pericolosità, tutto il resto, è povertà, dipendenza, immigrazione, malattia. Persone ai margini e spesso oltre i confini del sistema dei diritti di cittadinanza, in balia delle istituzioni di controllo.
Il servizio di Teresa Ciliberto
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