(Meridiananotizie) Roma, 28 giugno 2012 – “Progressivo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale, non più in grado di garantire minimi livelli assistenziali a causa dei continui tagli trasversali di personale e di risorse che non stanno portando ad un contenimento delle spese a causa dei progressivi aumenti di costi per i beni e servizi, consulenze, esternalizzazioni” con queste motivazioni parte lo stato di agitazione al San Giovanni dopo il San Camillo, il Pertini, Il Gemelli, il San Carlo IDI. Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, s.t.p.a. del Lazio aprono una stagione di protesta nel “Sanity Day ”considerata si legge nella nota “l’assenza quasi totale di rapporti e necessari tavoli di confronto con la regione Lazio”.
Secondo i sindacati nel corso di questi ultimi anni la sanità nella regione è diventata sempre più povera e sempre più precaria mettendo a rischio i servizi essenziali. A causa dell’enorme disavanzo sono aumentati tickets, imposte e tariffe ma si è ridotta la qualità del servizio colpendo le fasce più deboli della popolazione. A parlarci della drammatica situazione sanitaria laziale Ernesto Cappellano, vice segretario Simed e coordinatore intersindacale. Così Roberto Lala presidente dell’ordine dei medici di Roma e provincia. Così il vice presidente Commissione Igiene e Sanità del Senato Domenico Gramazio.
Il servizio di Luisa Deiola
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