(Meridiananotizie) Roma, 9 novembre 2012 – Tredici strutture del San Raffaele del Lazio a rischio chiusura. Ossia, 1400 posti letto ospedalieri e residenziali per il trattamento di gravi disabilità, 200 trattamenti domiciliari a malati terminali, 400 trattamenti pediatrici e migliaia di prestazioni ambulatoriali, nonché 5000 posti di lavoro che stanno per essere cancellati.
Questi i motivi che hanno portato lavoratori, pazienti e familiari a scendere in piazza questa mattina, come spiegato dal responsabile regionale Cgil, Claudio Laurenti: “Il San Raffaele è una struttura che gestisce diverse strutture nel Lazio sulla riabilitazione. La mobilitazione c’è perché da troppo tempo c’è incertezza sia nel pagamento degli stipendi, sia negli ultimi tempi un problema sui farmaci e i presidi sanitari. Siamo qui a manifestare davanti alla prefettura per l’incompetenza della Regione Lazio che non da seguito agli impegni con tutto il gruppo e quindi pone i lavoratori in una continua incertezza dato che c’è una crisi finanziaria del gruppo molto importante”.
“La Regione Lazio ha deliberato da più di un anno la riconversione del gruppo non dando però seguito alle liquidazioni economiche che questo comportava”, ha proseguito Laurenti. I manifestanti chiedono dunque l’intervento della prefettura almeno per assicurare il pagamento degli stipendi, il pagamento dei fornitori di farmaci e le strumentazioni. “A breve noi non riceveremo più gli stipendi – ha detto una lavoratrice del San Raffaele – ma siamo costretti a mandare avanti il servizio di assistenza in tutte le strutture”. “E’ da un anno e mezzo che la Regione ribalta le competenze che gli sono dovute – ha detto il primario di Cardiologia del San Raffaele, Maurizio Volterrani – e c’è in atto una vera e propria persecuzione delle strutture del gruppo nonostante la qualità delle prestazioni che noi offriamo che viene riconosciuta soprattutto dai pazienti”.
Il servizio di Marco Alexander Sciarra
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