(Meridiananotizie) Roma, 06 dicembre 2012 – Anche nel 2011 l’economia del Lazio ha risentito fortemente delle turbolenze finanziarie e dell’indebolimento del ciclo economico internazionale riflettendosi sullo stato di salute del sistema economico-produttivo. Aumenta la disparità tra i territori e tra la fasce di popolazione agiate e quelle più deboli. Investito negativamente anche il mercato del lavoro dove le donne e i giovani sono sempre più spesso costretti a scegliere tra disoccupazione, sottoccupazione e precarietà. Questo è quanto è emerso dal Rapporto 2012 UPI Lazio-Eures sullo stato delle Province della regione.
Si assiste nella regione ad una riduzione del numero degli occupati dello 0.2% rispetto all’anno precedente. Più colpita l’occupazione maschile (-0,6 punti, scendendo al 69%), mentre quello femminile (49%) conferma i valori dell’anno precedente. A livello regionale, a fronte di una riduzione degli occupati a tempo pieno (-1,2% tra il 2010 e il 2011), si assiste ad una contestuale crescita di lavoratori part-time (+4,9% tra il 2010 e il 2011), favorita sia dal processo di terziarizzazione della struttura economica sia, soprattutto, dalla riduzione della qualità e garanzia del lavoro favorita dalla globalizzazione e dalla crisi.
Mentre si registra una riduzione del numero dei disoccupati che scendono a 219mila unità rispetto alle 231.600 della media 2010, interessando in misura maggiore la componente femminile dell’offerta (-7,4%) rispetto a quella maschile (-3,8%). La riduzione più forte si rileva a Latina e Roma, seguite da Frosinone.
La situazione occupazionale dei giovani conferma la collocazione del Lazio tra le regioni “deboli” d’Europa: La disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha raggiunto nel 2011 il suo massimo storico dal 2004, attestandosi al 33,7%. A livello provinciale i dati più negativi sono quelli di Viterbo, dove sale al 43,4%, seguita da Roma, che con un incremento di 5,6 punti raggiunge il 36,1%.
Il credito erogato alle imprese nel Lazio è diminuito dell’1% nel primo semestre del 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-4% in Italia). Il credit crunch ha interessato principalmente la provincia di Rieti (-13,7%) e, in misura più contenuta, Latina (-1,6%), Viterbo (-1,4%) e Roma (-0,9%), a fronte di un pur contenuto incremento a Frosinone (+0,4%). La quasi totalità del credito (92%) risulta destinata alle realtà imprenditoriali più grandi (20+ addetti), mentre le imprese più piccole presentano le maggiori difficoltà di accesso al mercato finanziario, registrando nel I semestre 2012 una più consistente dinamica negativa (-2% nel Lazio e -5,1% in Italia).
Sale, inoltre, nel Lazio nel 2011 a 79% il tasso di indebitamento, ovvero l’esposizione al credito in rapporto al reddito disponibile, risultando peraltro in crescita in tutti i territori rispetto all’anno precedente (+ 3,8 punti), con i maggiori scarti a Latina (+4,4 punti), seguita da Roma (+3,9 punti), Frosinone (+3,6 punti), Rieti (+3,2 punti) e Viterbo (+2,4 punti), con valori compresi tra il 51,8% della provincia di Frosinone e il 76,4% di Roma.
L’approfondita analisi degli aspetti della società del Lazio, soprattutto per quel che riguarda la sfera economica – ha spiegato Antonello Iannarilli, Presidente dell’UPI Lazio – conferma e denuncia una situazione di allarmante ineguaglianza, da tutti percepita.
Il servizio di Teresa Ciliberto
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