(Meridiananotizie) Roma, 13 febbraio 2013 – Continua il giallo sul “caso Zingaretti”. La Procura ha così aperto un fascicolo in seguito alla denuncia presentata dai Radicali nella quale si accusa il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio di una presunta assunzione “sospetta”, da parte del Comitato Provvisorio Pd Lazio, avvenuta il giorno prima della sua candidatura alla presidenza della Provincia.
In molti ci hanno chiesto se ci saremmo comportati allo stesso modo anche se alleati con Zingaretti – ha spiegato il candidato alla presidenza della Regione Lazio di Amnistia Giustizia Libertà, Giuseppe Rossodivita – Per quanto mi riguarda l’avremmo fatto lo stesso così come abbiamo fatto durante il consiglio regionale senza esitare a depositare denunce riguardanti comportamenti di esponenti del Pd.
Siccome sappiamo che la giustizia italiana è lenta e siamo noi le vittime invece di una diffamazione mostruosa,– continua Rossodivita – possiamo anche rinunciare a querelare Zingaretti e tutti gli altri che con lui si sono lanciati a parlare di macchina del fango, c’è una procedura prevista dal codice che consente un giudizio davanti al giurì d’onore.
Un confronto o per meglio dire una “sfida” viene lanciata, quindi, nei confronti dell’ex presidente della Provincia: esporre i fatti pubblicamente con documenti alla mano davanti a cittadini e giornalisti per dimostrare se le accuse siano vere o false.
Secondo il leader dei Radicali, Marco Pannella, il problema non è etico, ma di altro tipo. “A me pare che sia legittimo e in regime di obbligatorietà dell’azione penale chiedersi e chiedere alla magistratura, in base a questi fatti che sono veri, se la figura di Zingaretti non abbia qualche contiguità con quella non più del delinquente abituale ma di quello professionale”.
Il servizio di Teresa Ciliberto
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