(Meridiananotizie) Roma, 16 aprile 2013 – Sono passati quaranta anni dalla strage di Primavalle in cui persero la vita Virgilio e Stefano Mattei, uno dei tanti simboli dei cosiddetti anni di piombo. In quella notte del 1973 alcuni aderenti all’organizzazione extraparlamentare di estrema sinistra Potere Operaio versarono benzina sotto la porta dell’appartamento abitato dalla famiglia composta da Mario Mattei, alla moglie Annamaria e i figli, al terzo piano delle case popolari di via Bernardo da Bibbiena.
Il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, hanno deposto una corona di fiori sotto la finestra dove ci fu il rogo per non dimenticare quella tragica notte. E chi davvero non può non può dimenticare quel dramma sia emotivo che politico è Paolo Mattei, deciso a portare avanti per sempre il ricordo dei due ragazzi.
L’incendio divampò rapidamente e distrusse l’intero appartamento. La madre Annamaria e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riuscirono a fuggire dalla porta principale. Altre due figlie si salvarono: Lucia, di 15 anni, aiutata dal padre Mario si calò nel balconcino del secondo piano e da lì si buttò, presa al volo ancora dal papà. Silvia, 19 anni, si gettò dalla veranda della cucina e riportò solo qualche frattura. Due dei figli, Virgilio di 22 anni, militante missino nel corpo paramilitare dei Volontari Nazionali e il fratellino Stefano di 10 anni morirono carbonizzati, non riuscendo a gettarsi dalla finestra. Il dramma avvenne davanti ad una folla che si era accumulata nei pressi dell’abitazione, e assistette alla progressiva morte di Virgilio, rimasto appoggiato al davanzale, e di Stefano, scivolato all’indietro dopo che il fratello maggiore che lo teneva con sé perse le forze.
Il servizio di Luisa Deiola
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