(Meridiananotizie) Roma, 11 aprile 2013 – Sono passati due anni dallo scoppio della primavera o delle “primavere” arabe che hanno sconvolto il mediterraneo e il mondo occidentale e islamico. Nel giro di poco tempo, a effetto domino, i paesi del nord- africa: Tunisia, Libia, Egitto, hanno visto crollate i loro sistemi dittatoriali, la popolazione ha letteralmente assistito alla fuga del loro odiato dittatore e i cittadini hanno acquisito la consapevolezza dei loro diritti e delle loro capacità.
Così dalla richieste del lavoro, della dignità, di pari possibilità, il popolo dei paesi arabi si è trovato davanti alle più concrete esigenze politiche e ora, a distanza di tempo ci si chiede qual è la situazione dell’area. A questa domanda rispondono gli esperti nel corso del convegno “Primavera araba, dopo due anni quali prospettive?”, organizzato dal Sioi, La Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale e il Cir, il Consiglio Italiano per i rifugiati.
La situazione attuale viene definita da Antonio Cataro, coautore del libro “Le rivoluzioni della dignità”, di “transizione”, caratterizzata com’è dall’affermarsi della realtà islamista e dalle difficoltà della gente di ottenere quei diritti per cui tanto hanno lottato. A oscurare un quadro già confuso è la guerra civile in Siria, che prosegue nella violenza più assoluta e nella più totale indifferenza occidentale. La situazione di instabilità politica dell’area mediterranea fa crescere il numero dei rifugiati e le richieste di assistenza, una emergenza alla quale l’Europa deve rispondere in modo più organizzato spiega l’Onorevole Savino Pezzotta presidente del Cir.
Il servizio di Luisa Deiola
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