(MeridianaNotizie) Roma, 24 giugno 2013 – 18 ragazze tra i 18 e i 24 anni, tutte con un contratto indeterminato, una regolare busta paga e carta d’identità italiana. Fin qui niente di cui preoccuparsi se non per il fatto che erano tutte e 18 costrette a prostituirsi. L’organizzazione criminale, composta per lo più da albanesi tra i 19 e i 44 anni, con un giro d’affari di 800mila euro è stata smantellata dai carabinieri del comando provinciale di Roma. Le ragazze, con la promessa di un lavoro, venivano portate in Italia dalla Romania in treno o in autobus e poi sistemate in appartamenti modesti, ma dignitosi, in zona Casilina, Tor Bella Monaca, Centocelle. Successivamente venivano fittiziamente assunte a tempo indeterminato dal titolare della discoteca “Lo Squalo” a Centocelle per ottenere il rilascio della carta d’identità italiana.
Seimila euro la somma che veniva sborsata dalla banda per tali assunzioni. Le indagini sono partite circa un anno fa dopo la denuncia di una ragazza di 17 anni, scappata di casa dopo un litigio con i genitori, rifugiatasi a casa di un’amica che poi l’affidata ad un romeno che l’ha venduta per duemila euro alla banda di albanesi che l’ha portata in Italia e costretta a prostituirsi. Gli arrestati sono tutti albanesi tranne un egiziano e un italiano. L’egiziano e’ il titolare della discoteca, mentre l’italiano (unico ai domiciliari) faceva da autista alle ragazze, accompagnandole sul luogo di lavoro (via Cristoforo Colombo e la Salaria) e fornendo cibo, acqua e all’occorrenza anche preservativi. Tra le ragazze sfruttate anche una tossicodipendente. La banda la tenne segregata per una settimana per disintossicarla e renderla cosi produttiva.
Il servizio di Laura Bolasco
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