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La protesta è contro i tagli pesanti, per il blocco del turnover e del contratto. A rischio circa 500mila controlli specialistici e 30mila interventi chirurgici
(MeridianaNotizie) Roma, 22 luglio 2013 – Lunedì nero per i cittadini negli ospedali e negli ambulatori di tutta Italia. Secondo una stima dei sindacati che hanno indetto l’iniziativa, ad incrociare le braccia per ben quattro ore davanti al Ministero dell’Economia., il 70% degli operatori del sistema sanitario insieme a veterinari, dirigenti, amministrativi, tecnici e professionali del Ssn. In camice bianco davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, armati di fischietti e bandiere hanno fatto sentire la loro voce in difesa della sanità pubblica e a tutela della loro professione.
Tra le motivazioni della protesta la difesa del sistema sanitario, la stabilizzazione dei precari, la riforma della formazione medica pre e post laurea, il ripristino della convenzione e dei diritti sindacali, la costruzione di un sistema delle emergenze e delle urgenze efficace. Per Donato Antonellis, segretario regionale del Lazio dell’Anaao Assomed, “le manovre economiche degli ultimi anni e i provvedimenti sulla sanità, fondati su tagli lineari, hanno provocato ripercussioni sul sistema dell’offerta dei servizi. Ma le ragioni della protesta sono anche per i contratti bloccati e la mancata tutela assicurativa dei medici”.
Le sigle aderenti allo sciopero nei giorni scorsi hanno incontrato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiedendole di “non ignorare la protesta”, ma di sforzarsi “a ricercare in ogni sede possibili soluzioni che arrestino la deriva regressiva del sistema”, come ha spiegato Giuseppe Lavra, Segretario organizzativo nazionale CIMO. Gravi preoccupazioni condivise dai medici presenti.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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