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(MeridianaNotizie) Roma, 8 luglio 2013 – Lo scozzese Andy Murray ha vinto il Torneo di Wimbledon, interrompendo una specie di incantesimo che durava da 77 anni, quando sull’erba londinese trionfo’ l’ultimo britannico. Murray ha battuto il serbo Novak Djokovic, in tre set: 6-4, 7-5, 6-4, dopo 3h08′ di gioco. La prima partita e’ durata 59′, la seconda 1h’09’ e la terza un’ora. Djokovic forse ha pagato la fatica accumulata nella semifinale piu’ lunga di Wimbledon disputata contro Del Potro.
La finale più logica, tra i due favoriti della vigilia, al termine del torneo delle clamorose sorprese: sarano Novak Djokovic e Andy Murray a contendersi domenica i Championships 2013. Il numero uno al mondo insegue il bis dopo il successo del 2011, contro l’idolo di casa, lo scozzese medaglia d’oro sui prati dell’All England Club 12 mesi fa. Una finale all’insegna dei pronostici e in ossequio al ranking mondiale, la più scontata dopo le uscite di scena anticipate di Roger Federer e Rafa Nadal. Giunto alla semifinale di venerdì senza aver smarrito un solo set, ‘Djoker’ ha dovuto ricorrere a tutto il suo bagaglio di esperienza e risorse atletiche per spuntarla nella maratona contro l’argentino Juan Martin Del Potro. Il match più bello di questo Wimbledon, tra i più emozionanti a memoria.
Un’altalena di emozioni durata poco meno di cinque ore, e già entrata negli annali di Wimbledon come la più lunga, in quanto a durata, semifinale di sempre. Djokovic raggiunge così l’11/esima finale dello Slam, ma il sogno del settimo Slam si scontra con il sogno di un’intera nazione, dietro a Murray nella speranza che dopo 77 anni si interrompa il digiuno di vittorie. Era il 1936 quando Fred Perry vinceva il suo terzo, e ultimo, Wimbledon. Da allora solo illusioni e sconfitte, come quella subita dallo stesso scozzese 12 mesi fa, quando in finale contro Federer aveva versato lacrime di delusione. La rivincita, ancora contro il campione svizzero, si era materializzata nel torneo olimpico, giocato un mese dopo sempre all’All England Club. E domani, nella settima finale Slam in carriera (conquistata battendo in semifinale il polacco Jerzy Janowicz), cerca la conferma contro-pronostico: sono 18 i precedenti tra i due, con il serbo in vantaggio sia nel computo generale (11-7) sia nei match valevoli per le finali dello Slam (2-1). Ma sui prati di Church Road, nella domenica conclusiva i Championships, c’é anche un giovane azzurro: è il 17/enne Gianluigi Quinzi, che ha raggiunto la finale juniores. Per emulare Diego Nargiso, unico italiano a vincere il torneo juniores di Wimbledon (1987), Quinzi dovrà battere il sudcoreano Hyeon Chung
servizio di Francesca Ferrajolo
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