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La normativa nazionale prevede che i bookmaker esteri, per esercitare sul territorio nazionale la raccolta di scommesse sui vari eventi sportivi, debbano essere provvisti dell’autorizzazione di pubblica sicurezza, il cui rilascio è subordinato all’aggiudicazione di una gara di assegnazione delle concessioni dal parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
(MeridianaNotizie) Roma, 13 settembre 2013 – Macchine spente e serrande abbassate per 16 sale gioco del territorio dei Castelli Romani e del litorale, 120 terminali sequestrati e denunciati i relativi titolari. L’accusa è di esercizio abusivo di raccolta di scommesse. È quanto emerso durante il piano di controlli messo in campo dal comando provinciale di Roma in collaborazione con l’agenzia delle dogane e con i Monopoli di Stato. Dagli accertamenti è emerso che veniva effettuata l’attività di raccolta, anche per via telematica, di scommesse per conto di un noto allibratore austriaco – titolare del marchio “Planetwin 365” – da qui il nome dell’operazione – che non disponeva però delle necessarie autorizzazioni rilasciate dall’Autorità di Pubblica Sicurezza.
La normativa nazionale prevede infatti che i bookmaker esteri, per esercitare sul territorio nazionale la raccolta di scommesse sui vari eventi sportivi, debbano essere provvisti dell’autorizzazione a cui si accede tramite gara pubblica. Contestate, anche, oltre 40 violazioni amministrative in relazione alla detenzione illegale – da parte dei titolari dei punti scommesse – di slot machines, nonché al mancato rispetto della normativa vigente, che prescrive l’affissione di un cartello indicante il divieto di accesso ai minori e i rischi di dipendenza compulsiva derivanti dall’esercizio non responsabile del gioco. Nei primi otto mesi dell’anno, a Roma e provincia, sono state eseguite, in tutto il comparto dei giochi, delle scommesse e dei concorsi pronostici, 334 operazioni, contestate 105 violazioni e denunciate 72 persone all’Autorità Giudiziaria. Il mercato delle scommesse illegali costituisce da sempre un business redditizio per la criminalità organizzata ai danni delle fasce più deboli, spesso vittime di usura e di estorsione.
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Il servizio di Cristina Pantaleoni
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