Ogni volta che avviene la liquefazione del sangue di San Gennaro, se da una parte c’è un’intera popolazione felice per l’evento, dall’altra ci sono gli scettici, coloro che non credono che quello contenuto nell’ampolla sia davvero sangue e che sia davvero del santo.
(MeridianaNotizie) Roma, 19 settembre 2013 – Si è ripetuto alle 9,41 il prodigio dello scioglimento del sangue di San Gennaro. L’annuncio è stato dato ai fedeli in preghiera nel Duomo di Napoli dal cardinale Crescenzio Sepe che ha sventolato, secondo l’antica tradizione, il fazzoletto bianco ed è stato accolto dai fedeli, giunti nella cattedrale di Napoli sin dalle prime ore del mattino, da un lungo e liberatorio applauso. Il ripetersi del miracolo è letto dai napoletani come un segno di buon auspicio per la città. Prima del miracolo i fedeli riuniti in Duomo a Napoli avevano intonato le loro litanie implorando il prodigio. Quello di settembre è il più sentito dei tre miracoli dello scioglimento del sanguè del patrono della Campania che avvengono durante l’anno: gli altri due appuntamenti sono a dicembre e al sabato che precede la prima domenica di maggio.
«Napoli, ma non solo Napoli, è sull’orlo di un grave collasso. Noi vogliamo una città e una comunità forte della sua dignità». Lo ha detto il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, nel corso dell’omelia per la cerimonia del miracolo di San Gennaro nel Duomo. Contro l’ambiente è stato commesso «un vero e proprio stupro della natura». Non solo un «reato ma anche un vero peccato sempre più diffuso in questa società egoistica e consumistica». Lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe nel corso dell’omelia per il miracolo di San Gennaro in Duomo. «È la mentalità del profitto e dell’accaparramento brutale e senza scrupoli – ha aggiunto – che porta alla deriva di una sistematica e vandalica depredazione ambientale».
Ogni volta che avviene la liquefazione del sangue di San Gennaro, se da una parte c’è un’intera popolazione felice per l’evento, dall’altra ci sono gli scettici, coloro che non credono che quello contenuto nell’ampolla sia davvero sangue e che sia davvero del santo.
A tal proposito è interessante ricordare un articolo pubblicato sulla più prestigiosa rivista scientifica del mondo, Nature, che nel 1991 ha ospitato un intervento di tre ricercatori italiani, Luigi Garlaschelli, Franco Ramaccini e Sergio Della Sala, tutti membri del Cicap, il Comitato italiano di controllo delle affermazioni sul paranormale. Ebbene, precisando prima di tutto che le autorità ecclesiastiche, al di là di due analisi spettroscopiche (una nel 1902 e l’altra nel 1989), non hanno consentito a scienziati super-partes di esaminare il contento dell’ampolla, i tre ricercatori hanno dimostrato che con elementi esistenti in natura da sempre è possibile creare il fenomeno della tissotropia, senza tuttavia pretendere di giustificare in questo modo il miracolo, ma facendo una semplice ipotesi. Per capire di cosa si tratta basa pensare a un alimento molto comune: avete presente il ketchup?
La gustosa salsa che quando viene lasciata ferma nel contenitore è in uno stato semisolido e quando viene agitata diventa fluida. Bene, la tissotropia consiste proprio in questo e per creare un gel capace di liquefarsi se sottoposto a sollecitazioni meccaniche come quelle messe in atto dal cardinale che prende in mano la reliquia, basta avere delle sostanze che anche nel Medioevo erano disponibili: carbonato di calcio (contenuto per esempio nel guscio d’uovo), sale da cucina e cloruro ferrico (che si trova nella molisite, un minerale tipico dei vulcani). Le prime notizie sulla reliquia risalgono al 1389, epoca in cui già esistevano tecniche che avrebbero potuto consentire di creare una sostanza tissotropica. I ricercatori del Cicap hanno anche spiegato che l’idrossido ferrico potrebbe spiegare i picchi di assorbimento del ferro riscontrati dalle analisi spettroscopiche condotte sulla reliquia e che sono stati considerati come una prova della presenza di emoglobina nella sostanza contenuta nell’ampolla.
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