Condannata a 26 anni per l’omicidio del marito Maurizio Gucci, ucciso nel ’95, è uscita dal carcere di San Vittore dove era detenuta dal 1997
(MeridianaNotizie) Roma, 16 settembre 2013 – Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni per l’omicidio del marito, l’imprenditore della moda Maurizio Gucci, ucciso a Milano nel ’95, ha già lasciato il carcere di San Vittore, dove si trovava dal ’97. Adesso è libera in attesa che il giudice di sorveglianza valuti la concessione dell’affidamento ai servizi sociali. La Reggiani, con un’istanza del suo legale, l’avvocato Danilo Buongiorno, ha inoltre chiesto di poter lavorare presso un noto marchio di moda milanese la “Bozart”. Arrestata il 31 gennaio 1997, aveva chiesto di essere affidata ai servizi sociali in modo da scontare fuori dal carcere il residuo pena di tre anni. Il giudice di sorveglianza, in attesa di decidere la concessione dell’affidamento ai servizi sociali, ha disposto la sospensione della pena.
Fu lei a orchestrare il delitto del marito, la mandante che firmò la condanna a morte di Gucci, pagando il Killer che lo uccise. In precedenza, nel 2011, la donna aveva rinunciato alla semilibertà, cui avrebbe potuto accedere avendo già scontato metà della pena: una scelta motivata con il fatto che non se la sentiva di lavorare, non avendolo mai fatto in vita sua. Ora, si vede, ha cambiato idea. Maurizio Gucci viene ucciso a 47 anni, il 27 marzo 1995 da un sicario sulle scale di casa, in via Palestro a Milano. Mentre si allontanava dal luogo del delitto, il killer sparò due colpi di pistola anche al portinaio, Giuseppe Onorato, senza però riuscire ad ucciderlo.
L’ex moglie di Maurizio Gucci, Patrizia Reggiani Martinelli, fu in seguito identificata come mandante dell’omicidio dopo circa 2 anni di indagini e condannata prima a 29 anni ridotti dagli Ermellini a 26 anni di carcere. Insieme a Patrizia Reggiani Martinelli, viene condannata a 19 anni per concorso in omicidio Pina Auriemma, amica della Reggiani, già proprietaria di un negozio Gucci a Napoli, e i due esecutori materiali dell’omicidio. Come risultò dalle indagini, la Reggiani pagò 500 milioni di lire ai sicari perché uccidessero il marito, con la Auriemma che fece da intermediaria.
Persone coinvolte nel delitto Benedetto Ceraulo; esecutore materiale del delitto. Condannato al carcere a vita. Orazio Cicala; autista del killer. Condannato a 29 anni di carcere. Ivano Savioni; organizzatore dell’omicidio.
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