In lacrime, la coppia hard ha dichiarato alla stampa il rischio derivante dai controlli ogni 14 giorni. “Non sono molto efficaci”, hanno ammesso.Ad aumentare il rischio di contagio la scelta dei produttori di limitare l’uso del preservativo sul set. “Il pubblico non gradisce“
(MeridianaNotizie) Roma, 20 settembre 2013 – Ansia per la diffusione del virus dell’Aids nel mondo del porno americano. Una vera e propria epidemia ha coinvolto diversi attori che hanno ammesso pubblicamente la loro malattia. Una sorta di grido d’allarme affidato a due star dell’industria pornografica, Cameron Bay e il fidanzato Rod Daily. “Usate il preservativo” è l’imposizione più che uno slogan lanciata dai due in una conferenza stampa.
In lacrime, la coppia hard ha dichiarato alla stampa il rischio derivante dai controlli ogni 14 giorni. “Non sono molto efficaci”, hanno ammesso.Ad aumentare il rischio di contagio la scelta dei produttori di limitare l’uso del preservativo sul set. “Il pubblico non gradisce“, si sono sempre giustificati. I set al momento sono stati chiusi in attesa di ulteriori sviluppi. Intanto Rod continua la sua battaglia: “L’ho scoperto di recente ed è un bene perché così potrò combattere questo male in tempo”. Nel 2012 nella contea di Los Angeles è stato approvato un referendum che prevede l’obbligo di utilizzare i profilattici durante le riprese dei film porno. In realtà il provvedimento non è mai stato applicato: l’industria hard continua infatti a rifiutare l’uso dei preservativi per ragioni estetiche.
Secondo il sindacato dell’industria del porno, Free Speech Coalition, «gli attori non contraggono l’Hiv sul set e non lo trasmettono ai partner durante le riprese». Tuttavia, le società di produzione aumenteranno la frequenza con cui si richiede il test per le malattie sessualmente trasmissibili. «I nostri protocolli sanitari – afferma Diane Duke, direttore del sindacato – sono molto severi e garantiscono la salute di chi lavora nel cinema porno, ma l’incremento dei test garantirà ancora di più la sicurezza. Invece di richiedere l’esecuzione del test una volta ogni 28 giorni, il sindacato la chiederà ogni 14 giorni». Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) tuttavia solo dopo 3 mesi dal presunto contagio è possibile avere una diagnosi certa. Questo perché gli anticorpi anti-hiv non si formano appena il virus penetra nell’organismo. Esiste quindi il cosiddetto “periodo finestra” durante il quale non è ancora avvenuta la sieroconversione, anche se si è stati contagiati e si può contagiare gli altri.
Altre videonews di Cronaca
Da Tortello alla Magliana cocaina e hashish, arrestati in 15
Turista si “appisola” alla fermata del bus e in due gli rubano la valigia
Prendi due e paghi zero, 30enne fa la spesa e scappa