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Ultima occasione della comunità internazionale per allargare il consenso sulla decisione di Obama di punire militarmente Assad.
(MeridianaNotizie) roma, 4 settembre 2013 – Un “G20 con l’elmetto” è ciò che si preannuncia per l’incontro tra i vertici che si apre dopodomani a San Pietrogrado. Il primo summit a presidenza russa, molto probabilmente, vedrà scavalcati i temi economici di fronte all’emergenza siriana. Sarà l’ultima occasione della comunità internazionale per allargare il consenso sulla decisione di Obama di punire militarmente Assad per l’uso di armi chimiche o per disinnescare la miccia di un conflitto che secondo Mosca potrebbe comportare un “colpo serio all’ordine mondiale”. La Siria non è ufficialmente in agenda, ma è stato lo stesso Putin a proporre di usare il G20 come piattaforma per discutere il problema.
Se ne parlerà sicuramente nei bilaterali tra leader, ma fra Obama e Putin, i due principali contendenti, non ne sono previsti al momento. Obama sta accelerando per evitare di seminare altri dubbi e perdere per strada altri alleati, dopo Londra: oggi ha chiesto un “voto rapido” al Congresso auspicando che Capitol Hill dia il suo via libera al raid in Siria già “all’inizio della settimana prossima”. “Questo – ha ribadito – non è l’Iraq, non è l’Afghanistan. Si tratta di un intervento limitato e proporzionato che invierà un messaggio non solo al regime di Assad, ma anche agli altri Paesi che potrebbero essere interessati a violare queste norme internazionali”.
Per Putin significa invece ripetere gli errori del passato: Afghanistan, Iraq, Libia, dove non c’è “nè pace nè democrazia”. Il leader del Cremlino cercherà di usare il palcoscenico del G20 per isolare Obama, dopo aver già ironizzato sul suo Nobel per la pace: il terreno privilegiato sarà quello dei Paesi emergenti dei Brics, tutti perplessi. E intanto non risparmia alcuna arma, neppure il tentativo di condizionare il voto del Congresso Usa con ripetuti appelli dei presidenti del parlamento russo ai loro colleghi americani per “scongiurare una catastrofe regionale”. Oggi si è mossa anche la Camera pubblica russa, organo consultivo della società civile in parte nominato da Putin, con un appello al G20 a “fermare subito la crescente minaccia di un attacco militare in Siria”.
Il premier Enrico Letta si dice fiducioso verso una futura intesa fra i due paesi: “l’apertura fatta da Obama spostando di due settimane la decisione dell’attacco consente alla presidenza russa del G20 di utilizzare il summit per cercare l’intesa sulla Siria”.
servizio di Alexander Sciarra
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