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(MeridianaNotizie) Roma, 5 settembre 2013 – Secondo il quotidiano argentino El Clarin, che cita fonti vicine alla Santa Sede, il pontefice avrebbe oggi chiamato al telefono il presidente siriano Bashar al-Assad per chiedere di fermare il più possibile la repressione nei confronti dei ribelli e di trovare un atteggiamento più conciliante. La cosa è tuttavia stata smentita da mons. Padre Lombardi, portavoce stampa del Vaticano. Confermate invece le lettere del papa ai leader, per scongiurare un’ulteriore aggravamento della situazione siriana. L’intervento di papa Bergoglio, fortemente contrario ad un intervento armato in Siria, non è da vedersi nella semplice ottica buonista, bensì nella certezza che un’azione militare potrebbe tradursi in un conflitto a catena che coinvolgerebbe tutta l’area, da sempre appoggiata su un difficilissimo equilibro geopolitico ed interculturale.
L’appello del papa ai cattolici di avere un atteggiamento critico nei confronti di un intervento armato in Siria ha di certo contribuito a rinviare la decisione del presidente degli Stati Uniti di attaccare, sia su consiglio diretto dei suoi collaboratori di fede cattolica, come il capo del suo staff Denis McDonough (forse contattato dallo stesso pontefice), sia perché l’opinione pubblica credente che abita al di qua ed al di là dell’Oceano ha un peso determinante nella vita politica e sociale dei vari paesi. L’azione del Vaticano sarebbe quindi, su ampia scala e di certo ha contribuito a fermare la macchina da guerra fino al G20 che è partito oggi a San Pietroburgo, dove si incontreranno anche i due leader che per eccellenza hanno posizioni contrapposte: Obama ed il russo Putin.
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