“Più in generale, in età prescolare e scolare – si legge ancora nella nota – il disturbo del respiro nel sonno ha un impatto negativo sul rendimento scolastico, sull’atteggiamento relazionale e sul comportamento del bambino”
(MeridianaNotizie) Roma, 11 settembre 2013 – E’ considerato un problema esclusivo degli adulti, eppure 1 bambino su 5 russa durante il sonno. Il 3 per cento dei piccoli, invece, combatte con un disturbo più complesso: le apnee notturne (Osas – Obstructive sleep apnea syndrome) e la mancanza ricorrente di ossigeno nel sangue può predisporre al diabete e all’arterosclerosi”. Così, in una nota, l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. “Giovanni De Vincentiis, dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – prosegue la nota – consiglia ai genitori di tenere d’occhio i segnali indicatori di possibili problemi. Solo nell’ultimo anno, i piccoli pazienti affetti da disturbi del respiro nel sonno, assistiti all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, sono stati più di 600. Ciascuno di loro viene ‘studiato’ per comprendere meglio l’entità del problema, definire una strategia terapeutica e, quando necessario, attribuire ai casi più gravi una priorità chirurgica”.
“Per molti anni – spiega Giovanni De Vincentiis – la medicina ha studiato con attenzione soprattutto i problemi legati al russamento notturno nell’età adulta, ritenendo erroneamente che le conseguenze negative delle difficoltà del respiro fossero appannaggio soprattutto di quella fascia di età. E’ stato necessario prima comprendere che la manifestazione della malattia era profondamente differente nel bambino rispetto all’adulto. L’adulto che dorme male la notte è sonnolento nel corso della giornata, viceversa il bambino testimonia la mancanza di riposo notturno con iperagitazione (ha letteralmente i ‘sette spiriti’): da quel momento si è cominciato a considerare con estrema attenzione i problemi correlati al russamento abituale e alle apnee notturne in età pediatrica”. “Nall’ampio spettro dei disturbi del respiro nel sonno nei bambini, che ha per estremi il russamento semplice e le apnee – continua la nota – si inseriscono, in percentuali variabili e con gradi crescenti di difficoltà respiratoria, il russamento abituale, la sindrome delle aumentate resistenze respiratorie (Uars) e l’ipoventilazione ostruttiva. Le cause sono molteplici ed è noto il legame di questi disturbi con altre patologie: nel primo anno di vita è stato evidenziato il rapporto tra apnee e gli episodi di Alte (Apparent Life-Threatening Events, ovvero quella condizione apparentemente rischiosa per la vita dei lattanti). Numerosi studi scientifici provano poi la relazione tra apnee e sindrome metabolica, con bambini predisposti a obesità, diabete e a persistenti infiammazioni delle vie aeree. E’ ben conosciuta anche l’influenza negativa dell’ipossia (la mancanza ricorrente e intermittente di ossigeno nel sangue provocata dai disturbi del respiro nel sonno) sul cuore e sul sistema vascolare, con la predisposizione di giovani e giovanissimi all’aterosclerosi.
“Più in generale, in età prescolare e scolare – si legge ancora nella nota – il disturbo del respiro nel sonno ha un impatto negativo sul rendimento scolastico, sull’atteggiamento relazionale e sul comportamento del bambino”. “La fase di sonno profondo è estremamente importante per lo sviluppo del bambino – sottolinea De Vincentiis – la fatica continuativa a cui i piccoli con questi disturbi sono sottoposti, li espone a futuri problemi. Multifattoriale la genesi del problema, multidisciplinare deve essere pertanto la terapia, con il concorso di più specialità, sia mediche che chirurgiche: dall’otorinolaringoiatria all’ortodonzia, dalla chirurgia maxillo-facciale alla broncopneumologia, senza dimenticare la radiologia, la pediatria, la logopedia”. “Il consiglio degli esperti del Bambino Gesù per genitori e insegnanti è di prestare molta attenzione ai segnali: il russamento costante notte dopo notte; incubi notturni; fare la pipì a letto; iperattività durante il giorno o disattenzione a scuola possono essere indicatori di problemi del respiro che non vanno trascurati o sottovalutati. Il secondo passo è programmare una visita con lo specialista (otorino, broncopneumologo) per indagare le cause del disturbo e per definire la terapia più idonea. Alle apnee e agli altri disturbi del respiro nel sonno in ambito pediatrico – conclude la nota – è dedicata la relazione ufficiale, coordinata da Giovanni De Vincentiis, Otorinolaringoiatria, Bambino Gesù, che verrà presentata al Congresso della Società Italiana di Otorinolaringoiatria Pediatrica in programma ad Alba (Cuneo) dal 12 al 14 settembre 2013”.
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