Ancora guai per Cristiano Doni, dal calcioscommesse alla rapina

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Secondo il magistrato sussisterebbe l’ipotesi di rapina, in quando Doni, per impossessarsi della scheda di memoria, aveva strattonato e afferrato per il bavero della camicia il malcapitato paparazzo. Attraverso il suo legale, l’avvocato Salvatore Pino, di Milano, l’ex calciatore nerazzurro ha chiesto di essere interrogato dal pm per chiarire la vicenda.

(MeridianaNotizie) Roma, 15 ottobre 2013 – L‘ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni è indagato per rapina dalla procura di Bergamo. Il sostituto procuratore Giancarlo Mancusi ha così configurato il fatto di una ventina di giorni fa, quando l’ex calciatore aveva costretto un fotografo, che lo aveva appena immortalato mentre era a spasso con la famiglia, a consegnargli la scheda di memoria della macchina digitale. Nei giorni scorsi il pm ha notificato la chiusura delle indagini.

Secondo il magistrato sussisterebbe l’ipotesi di rapina, in quando Doni, per impossessarsi della scheda di memoria, aveva strattonato e afferrato per il bavero della camicia il malcapitato paparazzo. Attraverso il suo legale, l’avvocato Salvatore Pino, di Milano, l’ex calciatore nerazzurro ha chiesto di essere interrogato dal pm per chiarire la vicenda.

L’episodio risale al primo pomeriggio. Doni, che non si vedeva a Bergamo da tempo (dopo lo scandalo delle partite truccate si è infatti trasferito a Palma di Maiorca, dove ha aperto il Chiringo Palmanova sulla spiaggia), ha appena finito di pranzare. Con lui ci sono la moglie Ingrid, la prima figlia, il secondogenito nato da poco a Maiorca, e i suoceri altoatesini, di Santa Cristina, località dove l’ex giocatore ha trascorso un periodo agli arresti domiciliari durante l’indagine sul calcio scommesse. doni1

Insieme con i familiari, terminata la colazione al “Bobino”, in piazzadella Libertà, Doni sta facendo due passi. All’improvviso alza lo sguardo e vede il fotografo, dall’altra parte della strada, lungo la via che costeggia la sede della Procura, nelle vicinanze del locale “Tresoldi”. Infastidito dalla sua presenza, l’ex capitano atalantino attraversa la carreggiata, allunga il passo e punta dritto verso il paparazzo. Dopo averlo raggiunto, secondo la versione fornita dalla vittima, lo apostrofa ad alta voce: «Sono uscito bene? Siete degli avvoltoi, ci sono i miei bambini, c’è la mia famiglia».

Quindi, sempre secondo le contestazioni, inizia a strattonarlo a ripetizione, tentando di lanciare lontano la macchina forografica. Il fotografo cerca di spiegarsi: «Della tua famiglia non verrà pubblicato nulla», dice e prova ad opporsi al contatto fisico, spalla contro spalla. Ma Doni, stando alle contestazioni, lo afferra con forza per il bavero della camicia, continuando a trattenerlo anche per un braccio e costringendolo a quel punto a consegnare la scheda di memoria della macchina fotografica digitale. Dopo aver ottenuto quello che voleva, l’ex giocatore raggiunge i suoi familiari e si allontana come se non fosse successo nulla.

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