Si tratta di tutti i discendenti in rame delle grondaie e della maggior parte delle grondaie stesse dei settori dei loculi A/B/C/D
(MeridianaNotizie) Roma 9 ottobre 2013 – Non c’è pace nemmeno nei cimiteri; i ladri arrivano a profanare un luogo così importante per i vivi che rende onore ai morti. Il motivo è semplice: il rame. Materiale che negli ultimi mesi sta avendo sempre più rilevanza in relazione ai numerosissimi furti che si commettono per reperirlo. L’ultimo episodio come dicevamo è avvenuto nel cimitero Laurentino; questa notte, alcuni ignoti si sono introdotti all’interno del camposanto, trafugando circa 700 chilogrammi di rame e provocando un danno stimato in oltre 10 mila euro.
Si tratta di tutti i discendenti in rame delle grondaie e della maggior parte delle grondaie stesse dei settori dei loculi A/B/C/D. Del danneggiamento si sta occupando l’Ama che ha immediatamente provveduto a sporgere regolare denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine. “Riposizioneremo entro 10 giorni le grondaie trafugate. Questa volta, però – dichiara il presidente Piergiorgio Benvenuti – sarà utilizzato materiale in plastica per evitare ulteriori furti. Desidero rassicurare tutti i cittadini che non ci sono stati danneggiamenti alle lapidi presenti. Come è noto, il fenomeno dei furti di rame è una piaga che in questi ultimi mesi ha conosciuto un’evidente recrudescenza. Si tratta, infatti, di materiali molto appetibili che fruttano ingenti guadagni una volta immessi sul mercato criminale. Prova ne sia l’aumento delle effrazioni effettuate nei nostri centri di raccolta per materiali elettrici ed elettronici anche se, poi, in molte occasioni, proprio la perfetta sinergia tra i nostri addetti e le forze dell’ordine ha consentito diversi arresti. Anche negli stessi cimiteri sono state numerose le azioni di contrasto dovute alla presenza dei nostri addetti alla sicurezza, degli impianti di videosorveglianza e, nei cimiteri più grandi, di vigilanti armati, nonché all’operato delle forze dell’ordine. Mi preme particolarmente, infine, stigmatizzare un atto così riprovevole che offende un luogo sacro”.
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