Soddisfazione e rabbia da parte del presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. Secondo l’ex vicesindaco Sveva Belviso invece “Priebke ha diritto di essere sepolto a Roma, perché è morto a Roma ed era residente a Roma” 
(MeridianaNotizie) Roma, 14 ottobre 2013 – “Per quanto mi riguarda compirò ogni azione per impedire la sepoltura di Erich Priebke a Roma, sono in costante contatto con il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, a cui ho chiesto di verificare, con tutti gli strumenti a nostra disposizione, la possibilità di negare la sepoltura di Erich Priebke nel territorio comunale, per ragioni di sicurezza e ordine pubblico oltre che di opportunità”. Il sindaco di Roma Ignazio Marino si schiera contro la sepoltura del gerarca nazista nella Capitale accogliendo dice le richieste dei cittadini. Dopo il rifiuto del Vicariato di svolgere funerali in una chiesa del centro storico e della Prefettura di organizzare esequie solenni, arriva il no del sindaco di Roma alla sua sepoltura sul territorio comunale, e lo fa accogliendo le richieste degli stessi cittadini. “In queste ore è la stessa città, oltre alla mia coscienza, che con messaggi, appelli e lettere, mi chiede a gran voce una posizione netta e inequivocabile in tal senso”. Una posizione che contrasta però con la normativa vigente che non consente di rifiutare la sepoltura di chi muore in un determinato territorio. Come ha spiegato lo stesso primo cittadino “il sindaco però può rivolgersi, se ha preoccupazione per l’ordine pubblico, al prefetto e una ordinanza del prefetto vince su qualunque altra normativa” ha affermato. “Io credo – ha aggiunto – che il prefetto in queste ore stia valutando se accogliere la nostra richiesta di negare la sepoltura. Sono personalmente convinto che Roma, città medaglia della Resistenza, oltre che profondamente antifascista e antinazista, non possa accettare uno schiaffo alla sua storia e alla sua comunità cittadina, tanto profondamente toccate da episodi violenti e tragici commessi dallo stesso Priebke”.
La notizia è stata accolta positivamente anche dalla comunità ebraica romana: “La decisione presa dal Vicariato è unica nella storia. Credo lasci il segno di non rimanere indifferenti davanti alle tragedie umane. Non si può essere antisemiti se cattolici” ha precisato Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma. “I funerali a Roma sarebbero uno sfregio al dolore delle persone con certe ferite che ancora non sono rimarginate. Un plauso alle forze dell’ordine e al sindaco Marino che ben hanno interpretato il sentimento di sgomento di una comunità”. Per Pacifici Priebke può tornare a Berlino: “La storia – ha detto al riguardo – ci insegna che le tombe dei criminali diventano meta di pellegrinaggi, non vivrei serenamente sapendo che la tomba di Priebke è Roma. Se fosse così, nella stessa città dove c’è stata la tragedia delle Fosse Ardeatine, sarebbe inqualificabile”. Pacifici insiste “I funerali a Roma sono impensabili proprio perché luogo della strage. E’ come chiedere ai cittadini di Marzabotto il consenso a seppellire lì l’autore dell’eccidio. Non è giusto nemmeno che sia seppellito in Italia perché è nazione nata sulle ceneri del fascismo – prosegue – Che se ne torni in Germania e nel suo luogo di nascita, ovvero Berlino”. E poi Pacifici lancia un appello: “Che l’Italia diventi il quindicesimo Paese dove introdurre il reato di cybercrime, attraverso il quale si diffonde l’odio nei confronti degli altri, l’antisemitismo, si fa apologia del nazismo e del fascismo e che venga adottato contestualmente il reato di negazionismo”.
Non tutti però in Campidoglio sono d’accordo: “Priebke ha diritto di essere sepolto a Roma, perché è morto a Roma ed era residente a Roma”, ha spiegato Sveva Belviso, capogruppo capitolino Pdl. “E’ una questione delicata – ha detto Belviso – e questo ha portato il sindaco Marino a prendere una posizione, anche condivisibile, e a dire ‘Roma non vuole che sia sepolto qui’. Ma questa sarà un’altra delle cose su cui dovrà tornare indietro, perché un sindaco deve fare i conti con le norme e Priebke ha diritto ad essere sepolto a Roma perché è morto a Roma ed era residente a Roma”. Imparzialità arriva invece dal parlamentare del pdl Francesco Giro: “Io non me la sento di censurare la condotta del sindaco di Roma Ignazio Marino sulla vicenda Priebke e non me la sento neppure di affermare come fa oggi la mia amica Sveva Belviso che il sindaco non interpreta i sentimenti della capitale quando decide di negare la sepoltura del criminale nazista in città. Non me la sento per il semplice, oggettivo e incontrovertibile fatto che Priebke in punto di morte ha lasciato un video testamento nel quale, dice le seguenti aberranti cose “a Norimberga sono state inventate una infinità di accuse. Per quanto riguarda quella che nei campi di concentramento vi fossero camere a gas aspettiamo ancora le prove. Io sono stato a Mauthausen: c’erano immense cucine in funzione per gli internati e all’interno anche un bordello per le loro esigenze. Niente camere a gas, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau. E i filmati del lager erano falsi”. Sempre secondo Priebke l’olocausto fu solo frutto “di coscienze manipolate”. Queste le parole di Priebke in punto di morte. In sintesi: per Priebke gli ebrei internati passavano le giornate mangiando in cucina e al bordello. E le camere a gas vennero allestite furtivamente dagli americani. Io di fronte a queste affermazioni ultimative e deliranti, che sono state persino videoregistrate, ho il preciso dovere come politico e come cittadino di interrogarmi”. Lo dichiara, in una nota, il parlamentare del pdl Francesco Giro.
Intanto l’avvocato di Erich Priebke, Paolo Ghiachini pensa a un funerale in strada per l’ex capitano delle SS. Ma il Questore di Roma, Fulvio della Rocca vieta, per motivi di ordine e sicurezza, nell’ambito di tutta la provincia di Roma, che le funzioni relative alle esequie ed al trasporto della salma dell’ex ufficiale delle SS avvengano in forma pubblica e solenne, nonché lo svolgimento di qualsiasi manifestazione pubblica. Questo è quanto è stato notificato questa mattina all’Avvocato di Erich Priebke Paolo Giachini. Il questore risponde così all’ipotesi gettata dall’avvocato rispetto alla possibilità di svolgere le esequie per strada
Vale la pena ricordare quanto accadde alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944: 335 vennero massacrate . erano civili e militari italiani, fucilati dalle truppe di occupazion tedesche come rappresaglia per un attacco partigiano compiuto da membri dei Gap romani contro truppe germaniche in transito in via Rasella, attentato che aveva causato la morte di 33 militari tedeschi. Per la sua efferatezza, l’alto numero di vittime e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, esso divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione nazista di Roma. Le “Fosse Ardeatine”, situate nei pressi della via Ardeatina, vennero scelte quali luogo dell’esecuzione e per occultare i cadaveri degli uccisi. Come ricorda lo storico Alessandro Portelli nel saggio :”L’ordine è già stato eseguito” i 355 assassinati, abbandonati sotto le volte crollate della cava vennero “sotterrati” e non sepolti.
Luisa Deiola
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