Il piano messo in atto dal gestore dello stabilimento sequestrato è quello classico della spoliazione programmata del patrimonio aziendale.Una volta rispettato il copione, è stato, pertanto, possibile proseguire l’attività “sotto nuove spoglie”, sottraendosi alle azioni esecutive intentate dai creditori.
(MeridianaNotizie) Roma, 31 ottobre 2013 – Sono scattati i sigilli ad Ostia per il noto stabilimento balneare “Faber Beach”, uno degli storici locali della movida estiva laziale, dichiarato fallito nel 2012 per un debito di oltre 8,3 milioni di euro. Il sospetto però dei finanzieri del comando provinciale di Roma è che la società fosse stata deliberatamente avviata al dissesto finanziario per ripulirla dai debiti nei confronti dell’erario.
Il piano messo in atto dal gestore dello stabilimento sequestrato è quello classico della spoliazione programmata del patrimonio aziendale. I rami d’azienda in attivo – in questo caso lo stabilimento balneare ed il ristorante – vengono ceduti a società “pulite”, appositamente precostituite ed affidate a prestanome, in maniera tale che in capo all’azienda “decotta” rimangano solamente i debiti e le passività. Una volta rispettato il copione, è stato, pertanto, possibile proseguire l’attività “sotto nuove spoglie”, sottraendosi alle azioni esecutive intentate dai creditori.
Quattro le persone denunciate, tutte della stessa famiglia, il gestore, la madre, la moglie ed una nipote, che dovranno rispondere dei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Ad essere sequestrati oltre al lido, un ristorante alcuni conti correnti e numerose quote societarie. L’intera massa aziendale è stata, poi, affidata alla responsabilità di un amministratore giudiziario che, su mandato del Giudice, avrà cura di proseguire l’attività commerciale, salvaguardando i posti di lavoro e recuperando, nei limiti del possibile, i crediti esistenti per soddisfare le varie pendenze debitorie.
Altre videonews di Cronaca