Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex-internati rimasero a Ferramonti anche negli anni successivi e il campo di Ferramonti fu ufficialmente chiuso solo l’11 dicembre 1945. 
(MeridianaNotizie) Roma, 7 ottobre 2013 – “Ferramonti, il campo sospeso”, questo il titolo del documentario presentato in anteprima in Campidoglio in occasione del 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia in provincia di Cosenza. È la storia del più grande campo di sterminio tra i tanti voluti dal regime fascista tra il giugno e il settembre 1940, all’indomani dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, dove vennero rinchiusi ebrei, apolidi e slavi. Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex-internati rimasero a Ferramonti anche negli anni successivi e il campo di Ferramonti fu ufficialmente chiuso solo l’11 dicembre 1945.
“Ferramonti, il campo sospeso”, questo il titolo del documentario presentato in anteprima in Campidoglio in occasione del 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia in provincia di Cosenza. È la storia del più grande campo di sterminio tra i tanti voluti dal regime fascista tra il giugno e il settembre 1940, all’indomani dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, dove vennero rinchiusi ebrei, apolidi e slavi. “La volontà è quella di ricostruire la storia del campo Ferramonti attraverso una visione ampia, rigorosa e spirituale grazie alle interviste dei superstiti che raccontano la loro esperienza, degli storici che ci forniscono un quadro dettagliato della situazione politica e sociale dell’epoca, e delle varie vicissitudini che si susseguono per tentare di ristrutturare i pochi resti del campo”, ha dichiarato regista Cristian Calabretta. Presente all’evento il Ministro all’Integrazione Cècile Kyenge. Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex-internati rimasero a Ferramonti anche negli anni successivi e il campo di Ferramonti fu ufficialmente chiuso solo l’11 dicembre 1945. Ad intervenire anche Leone Paserman, Presidente del Museo della Shoah di Roma
Il servizio di Mariacristina Massaro
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