Sulla legge Bossi-Fini ”i punti da rivedere sono tanti”, ha sottolineato la Kyenge, mettendo in evidenza la necessità di un lavoro comune tra i ministeri. ”E’ arrivato il momento di fare una riflessione, di mettere tutto su un tavolo di coordinamento e discutere tutti insieme, insieme agli altri ministeri”
(MeridianaNotizie) Roma, 7 ottobre 2013 – ”Lampedusa in questo momento sta vivendo una situazione di sovraffollamento, delle condizioni di vita all’interno del Centro di prima accoglienza, credo che questo non sfugga a nessuno. Si tratta centro e’ stato progettato e istituito per una permanenza di pochi giorni, questa normativa va rispettata. E’ fondamentale per la vita dell’Isola, degli isolani, per l’armonia di chi vive e chi arriva su quel territorio”. Queste le parole del ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, a margine di un evento in Campidoglio.
”Ci sono degli equilibri, dei problemi che riguardano la vita dell’isola che vanno risolti, e che riguardano lo smistamento delle persone, che devono lasciare il Centro il più presto possibile, ma anche il rispetto dei diritti umani” ha continuato il ministro. Sulla legge Bossi-Fini ”i punti da rivedere sono tanti”, ha sottolineato la Kyenge, mettendo in evidenza la necessità di un lavoro comune tra i ministeri. ”E’ arrivato il momento di fare una riflessione, di mettere tutto su un tavolo di coordinamento e discutere tutti insieme, insieme agli altri ministeri” dal momento che per il Ministro e’ decisiva una condivisione all’interno del Governo per riuscire a dare una risposta concreta.
Per quanto riguarda i rapporti con l’Europa, Kyenge ha spiegato che ”le responsabilità sono a diversi livelli, dell’Europa a cui noi chiediamo di far le nostre frontiere come frontiere europee non solo dell’Italia, la revisione del regolamento di Dublino e di non dimenticare che le responsabilità sono diverse, sia per quanto riguarda i nostri rapporti con i paesi di origine dei migranti ‘economici’, che la nostra posizione riguardo ai paesi dai quali provengono i rifugiati. In questo caso stiamo parlando di paesi in guerra, con conflitti interni e bisogna riuscire a dare risposte anche per i richiedenti asilo. Le responsabilità – ha concluso – sono chiare a ogni livello, dell’Europa e nostre sul territorio”.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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