Proprio nei giorni scorsi si sono svolti a Milano i suoi funerali, organizzati su iniziativa del sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano
Pisapia, che ha voluto rendere omaggio alla memoria della testimone di giustizia
(MeridianaNotizie) Roma, 29 ottobre 2013 – Lea Garofalo, anche da morta è in grado di colpire al cuore della criminalità organizzata. Associazione mafiosa, omicidi, estorsioni e spaccio di droga: di questi reati sono accusate le 17 persone che sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone, anche grazie alle testimonianze rilasciate dalla Garofalo, la testimone di giustizia uccisa a Milano dal marito. L’indagine è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. L’operazione ha consentito di identificare i responsabili di 7 omicidi accaduti tra il 1989 ed il 2007 in una guerra di cosche. Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti non solo in Calabria ma in varie regioni tra cui Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Campania e Abruzzo, dove da anni le cosche del Crotonese concentrano i loro interessi. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro. Agli arrestati vengono contestati, a vario titolo, oltre agli omicidi, la detenzione abusiva di armi e lo spaccio di droga. Le indagini sono basate anche sulle dichiarazioni di Lea Garofalo, la testimone di giustizia fatta uccidere a Milano dal marito, Carlo Cosco. La donna, prima che il marito la facesse sequestrare ed uccidere, aveva fornito un importante contributo per svelare gli affari delle cosche della ‘ndrangheta del Crotonese.
Proprio nei giorni scorsi si sono svolti a Milano i suoi funerali, organizzati su iniziativa del sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia, che ha voluto rendere omaggio alla memoria della testimone di giustizia. La figlia di Lea Garofalo, Denise Cosco, che si è collegata telefonicamente durante i funerali rivolgendo un saluto commosso alla madre, vive da tempo sotto protezione in una località segreta. Oltre Lea Garofalo ci sono stati altri testimoni di giustizia e pentiti di ‘ndrangheta che hanno collaborato con la Dda di Catanzaro per gli arresti fatti la scorsa notte e le cui dichiarazioni sono state riscontrate dai risultati delle indagini svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone.
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