“L’inchiesta di oggi che coinvolge l’azienda di trasporto pubblico capitolino uscita sugli organi di stampa delinea un quadro inquietante. Se questa presunta truffa dovesse corrispondere al vero
(MeridianaNotizie) Roma, 7 novembre 2013 – Giornata di fuoco per Atac e per la sua credibilità. Dopo l’inchiesta di Repubblica sul presunto ‘mercato parallelo’ di titoli di viaggio dell’azienda capitolina, che lega a doppio filo l’azienda alla politica romana è scoppiata la bufera ed è dovuto intervenire lo stesso sindaco a placare gli animi. “Lo dico con molta chiarezza: se i fatti pubblicati sono veri e se ci sono dei colpevoli, di qualunque partito siano, spero che siano arrestati e che venga buttata la chiave” ha detto il primo cittadino. Ad intervenire sulla vicenda associazioni e politici da tutti i fronti: Gianluca Peciola (Sel) e la presidente della Commissione Mobilità Annamaria Cesaretti dichiarano: “L’inchiesta di oggi che coinvolge l’azienda di trasporto pubblico capitolino uscita sugli organi di stampa delinea un quadro inquietante. Se questa presunta truffa dovesse corrispondere al vero, Roma Capitale si dovrebbe costituire parte civile e chiedere che tutti i fondi impropriamente distolti tornino nelle casse del Campidoglio e quindi messi a disposizione dei cittadini. Chiediamo che venga anche verificata l’esistenza di un’eventuale report interno della commissione di manager Atac, che dovrebbe essere immediatamente consegnata alle autorità giudiziarie competenti. Questa vicenda fa emergere un sistema consolidato negli anni di mala gestione della cosa pubblica, che ha contribuito a determinare il grave deficit in cui versa l’azienda di trasporto pubblico romano. Come abbia sottolineato nel corso dell’incontro di ieri con il sindaco Marino, bisogna voltare pagina nella gestione dell’intera macchina amministrativa e rimettere al centro della politica il bene comune della città“
Da Codici invece fanno sapere che lanceranno una causa collettiva contro gli amministratori: “La notizia dei biglietti Atac clonati ha suscitato grandissimo scalpore – dichiara in un comunicato l’associazione Codici – La Repubblica oggi parla di Atac come del perno di un sistema che da oltre 10 anni finanzia la politica a Roma. Si parla di titoli di viaggio falsi, stampati da Atac e girati ai rivenditori ufficiali, che consentirebbe di reperire, fuori bilancio, 70 milioni di euro all’anno. Ma come funziona il meccanismo? Dal quotidiano si legge che ‘tutti i biglietti emessi da Atac hanno un numero. Quando il biglietto viene ceduto ai rivenditori ufficiali entra automaticamente in una white list. Una volta acquistato e obliterato, finisce invece in una black list. Così quando il ciclo si conclude, white liste black list si ricongiungono e i biglietti venduti e utilizzati vengono cancellati. Quest’ultimo passaggio nel sistema di Atac non c’è. La black list non è mai ricongiunta con la white list e un ipotetico biglietto clonato può passare anche dieci volte senza che le macchinette lo riconoscano. Atac è come la Banca d’Italia: ha la carta moneta, vende e rendiconta. Il tutto senza alcun controllo esterno’. Questo il racconto di una fonte interna all’azienda. Una frode che sembra andare avanti da ben 13 anni. Insomma, un’azienda che dovrebbe garantire un servizio pubblico ai cittadini, potrebbe essere colpevole di fatti così gravi”. “Se tutto ciò venisse dimostrato – commenta Ivano Giacomelli, Segretario del Codici – sarebbe un vero proprio scandalo. Come rappresentanti dei cittadini e dei consumatori siamo allibiti. Aspettiamo che chi di dovere indaghi sulla vicenda e verifichi l’esistenza o meno dell’illecito, nel frattempo annunciamo che, se sarà dimostrata la presenza di reato, raccoglieremo le adesioni per una causa collettiva contro gli amministratori responsabili”.
“Se risultasse vero quanto emerge oggi dalla stampa, a proposito della clonazione di biglietti falsi dell’Atac, stampati direttamente dall’azienda e girati ai rivenditori ufficiali, ci troveremmo di fronte ad una delle più grandi truffe della storia d’Italia. Truffa tanto più odiosa perché ai danni delle casse comunali, in tempi di crisi economica e di tagli ai trasferimenti ai Comuni, sempre faticosamente a caccia di fondi per mantenere attivi e efficienti i servizi pubblici. Un reato che, se confermato, colpirebbe direttamente i cittadini di Roma, già costretti lo scorso anno all’aumento del 50% proprio del costo del biglietto”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, i consiglieri regionali Oscar Tortosa (PSI) e Piero Petrassi (CD). “Uno scandalo – aggiunge il comunicato – che avvilirebbe oltretutto la mozione approvata dal Consiglio regionale del Lazio la scorsa settimana che impegna la giunta Zingaretti a reperire i fondi per il trasporto pubblico locale, non certo per tappare buchi generati da losche frodi da 70 milioni di euro l’anno, ma per dare ossigeno ai bisogni di una città dove l’esigenza di una mobilità migliore è di primaria importanza per l’intero sistema-paese. Ora la magistratura faccia chiarezza e giustizia su chi ha ordito questa truffa, chi l’ha perpetrata e soprattutto su chi ne ha beneficiato”. Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia commenta: “In merito all’articolo pubblicato oggi da Repubblica riguardo la contraffazione dei titoli di viaggio, stando a quanto riportato dal quotidiano l’Atac subisce quindi una perdita di 70 milioni annui da circa 13 anni per un totale di oltre 900 milioni di euro, mancati introiti che rischiano seriamente di danneggiare i romani e tutti dipendenti che con professionalità e spirito di servizio lavorano in Atac. Confidiamo pertanto nel lavoro della magistratura affinché si faccia al più presto chiarezza su una vicenda inquietante che riguarda un’azienda importante della nostra città e la più grande in Italia nel settore del trasporto pubblico locale”. “E’ uno scandalo che, qualora provato, farebbe rabbrividire, quello emerso in Atac con la doppia bigliettazione. Mentre l’azienda deve affrontare i suoi conti in rosso, avviare un processo delicato e vitale di ristrutturazione, rispondere alle esigenze dei lavoratori oberati da turni impegnativi (come gli autisti), offrire un servizio più adeguato ai cittadini, ci sarebbe gente che impunemente truffa l’azienda stessa, l’amministrazione capitolina, i cittadini, arraffando denaro pubblico. E lo farebbe con modalità da filiera del crimine con addentellati interni alla stessa azienda, come denunciato oggi dagli organi di stampa. Bisogna fare subito chiarezza all’interno dei gangli vitali dell’azienda per sradicare il malaffare, snidare questi parassiti, punirli esemplarmente. Il Sindaco Marino e l’assessore Improta ieri si sono assunti impegni precisi per la riqualificazione ed il rilancio dell’azienda pubblica. Si cominci da qui, dunque, e si restituisca ai romani il maltolto, fino all’ultimo euro”. Lo dichiara, in una nota, Maurizio Policastro, vice presidente commissione Mobilità di Roma Capitale.
Porrello del movimento 5 stelle capitolino dichiara: “A seguito dell’inchiesta pubblicata dal quotidiano ‘La Repubblica’ relativa allo scandalo dei biglietti Atac clonati per finanziare la politica, il consigliere del M5S Lazio, Devid Porrello ha dichiarato: ‘Quando durante la seduta del 30 ottobre, l’assessore al bilancio aveva proposto di utilizzare i fondi destinati alla sanità per ripianare la disastrata azienda di trasporto pubblico romana noi ci eravamo opposti strenuamente manifestando tutte le nostre perplessità ma oggi, alla luce di quanto letto, siamo ancora più convinti che quella manovra sia totalmente inutile’ “. “Atac – aggiunge il comunicato – è stata depredata da centrodestra e centrosinistra che l’hanno sottratta alla sua funzione di servizio pubblico per farla diventare un poltronificio ed uno strumento per attingere al denaro pubblico per fini personali e di partito. Sapevamo tutto questo, ma non avremmo mai potuto immaginare, nemmeno animati dal più profondo pessimismo, che sarebbero arrivati ad ordire un piano per ‘taroccare’ i biglietti e tenersi 70 milioni d’euro l’anno, mentre gli autisti non percepiscono lo stipendio ed i mezzi circolano spesso fuori dagli standard minimi di sicurezza. Noi del M5S metteremo in campo tutte le forze per recuperare questi soldi dalle grinfie dei partiti e per segnalare le responsabilità agli organi competenti. Il buco nel bilancio dell’Atac non va ripianato togliendo servizi sanitari ai cittadini laziali, ma presentando il conto ai responsabili del dissesto ed ai loro complici istituzionali, alcuni dei quali potrebbero sedere vicino a noi nell’aula regionale. Siamo indignati dall’uso criminale che i partiti di centrodestra e centrosinistra hanno fatto di un’azienda pubblica e siamo disposti a lottare fino allo sfinimento per evitare che i soldi della sanità diventino capitale da usare per i loro scopi elettorali”.
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