Sono decine e decine i minori trovati a lavorare in nero nel corso dell’operazione condotta dalla polizia locale di Roma Capitale del Gruppo sicurezza pubblica ed emergenziale (Spe) all’interno del Car. Gli investigatori, inoltre, hanno rilevato che la maggior parte dei minori – in prevalenza originari del Bangladesh e dell’Egitto – sono ospiti dei centri di accoglienza e delle case famiglia gestite dalle Politiche sociali del Campidoglio.
(MeridianaNotizie) Roma, 18 dicembre 2013 – E’ iniziata questa mattina una vasta operazione di contrasto all’ impiego di minori nel cosiddetto “lavoro nero” presso il centro agroalimentare ed ittico di Roma, situato nel Comune di Guidonia Montecelio. L’operazione, inserita in una complessa indagine avviata nei mesi scorsi dal Corpo di Polizia Roma Capitale e delegata dalla Procura della Repubblica di Tivoli, ha permesso agli agenti dell’ U.O. Sicurezza Pubblica ed Emergenziale, di suffragare, quanto ipotizzato nel corso della precedente attivita’ investigativa. Le indagini erano infatti partite, dal singolare fenomeno che vedeva decine e decine di minori, maggiormente di nazionalita’ egiziana, presentarsi a scadenze periodiche presso i Comandi di Polizia Locale, per richiedere la prevista assistenza da parte delle strutture di assistenza sociale del Comune di Roma. Dalle prime indagini, fortemente volute dal Comandante generale del Corpo Dott. Raffaele Clemente ed eseguite dagli uomini dell’U.O. S.P.E., coordinata dal Dott. Antonio Di Maggio, era subito emerso come vi fosse una organizzazione capillare, che “curava” la collocazione dei ragazzi, a partire dalla richieste di assistenza da cui scaturiva la collocazione dei minori presso idonee strutture del Comune di Roma, fino all’ inserimento dei minori stessi nel lavoro nero, sia presso il centro agroalimentare che negli esercizi commerciali, gestiti in prevalenza da cittadini di nazionalita’ egizianadella Capitale.
Dal quadro investigativo e’ emersa anche un attivita’ di falsificazione di documenti tesa a raggiungere un duplice scopo: abbassare l’eta’ dichiarata dei maggiorenni, al fine di far loro ottenere un valido titolo di permanenza nel territorio nazionale, sfruttando le normative assistenziali dovute ai minori ed innalzare l’eta’ dei ragazzi infraquindicenni, al fine di aggirare le normative vigenti che regolano il lavoro minorile. Desolante il quadro emerso dall’escussione dei ragazzi, tutti ospiti di strutture Comunali, quali, a seconda dell’eta’ (reale) e della loro “capacita’ produttiva” venivano retribuiti con salari oscillanti tra i 90 ed i 150 euro mensili. Le attivita’ tuttora in corso, hanno gia’ portato alla denuncia di alcuni imprenditori (anche di nazionalita’ italiana), per il reato di sfruttamento della manodopoera minorile, proseguiranno nei prossimi giorni con ulteriori controlli , all’ ingresso del centro agroalimentare. Da informazioni assunte da imprenditori onesti e dai funzionari addetti alla sicurezza del C.A.R. , sembrerebbe che i giovani utilizzati nel carico e scarico delle merci e sarebbero in u numero di qualche centinaio . Si presume che il costi molto bassi dei prodotti ortofrutticoli posti in vendita in decine e decine di negozi della Capitale, siano anche il frutto dello sfruttamento di questi giovani.
La Redazione
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