Sit-in davanti al ministero dell’Economia per chiedere l’apertura del fondo per la Piccola media impresa dove poter depositare la somma ricavata dal taglio degli stipendi e delle diarie da giugno ad ottobre 2013
(MeridianaNotizie) Roma, 17 dicembre 2013 – Un maxi assegno di oltre 2,5 mln di euro – 2.563.016,76 euro per l’esattezza – da ”restituire ai cittadini”. E’ quanto hanno srolotato questa mattina i parlamentari dell’M5S che si sono dati appuntamento davanti al ministero dell’Economia per il secondo Restitution Day. I 5 Stelle chiedono l’apertura immediata (come votato dal parlamento ad agosto con un emendamento del M5S) del conto che consenta ai parlamentari del Movimento di versare al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese la somma ricavata dal taglio degli stipendi e delle diarie da giugno ad ottobre 2013.
“Questi soldi sono bloccati dall’immobilismo del governo Letta -spiega il capogruppo al Senato Paola Taverna – Nonostante il nostro emendamento approvato il 5 agosto scorso nel ‘decreto del fare’, non è stato ancora emanato il decreto attuativo che ci consentirebbe di versare questi soldi aiutando le piccole imprese in difficoltà”. Taverna è arrivata al dicastero di via XX Settembre con il decreto attuativo alla mano: ”Basta una firma e sto aspettando che il ministro Saccomanni la metta. Gli do due giorni di tempo -minaccia Taverna- noi giovedì vogliamo il conto corrente dove poter destinare le risorse”. Il governo, ricorda il M5S, aveva 90 giorni di tempo (scadenza 19 novembre 2013) per emanare il decreto attuativo e rendere operativo il conto, ma non ha ancora fatto nulla.
Intanto deputati e senatori grillini si avvicinano alle macchine e ai motorini fermi al semaforo per distribuire dei fax simile di assegni che riportano la cifra del secondo restitution day, ”al momento congelata -lamenta il deputato Riccardo Fraccaro– questo è l’unico assegno al mondo che non si puo’ devolvere allo Stato per volontàà del governo”. ”Pretendiamo l’istituzione immediata del fondo dove poter versare i nostri soldi”, gli fa eco l’ex capogruppo a Palazzo Madama, Vito Crimi. A chi gli domanda se i grillini con questa iniziativa non stiano tentando di rubare la scena a Matteo Renzi, Crimi risponde secco: ”A noi di Renzi non ce ne frega proprio nulla. La nostra e’ una scelta fatta fin dall’inizio, ben prima delle elezioni. E’ Renzi che e’ in ritardo”.
La Redazione
Altre videonews di Cronaca
Sicurezza sul lavoro, nel Lazio cresce la forza lavoro in rosa e calano gli infortuni tra le donne
Vigili-Campidoglio: l’intesa c’è. Sblocco assunzioni, fondi aggiuntivi e pagamento straordinari
Dipendenti Technicolor sotto la Regione, in 94 rischiano il posto