Shlomo Venezia lavorava nei Sonderkommando, le “unità speciali” che si occupavano di cremare i corpi e far sparire ogni traccia dell’eccidio consumato dai nazisti nelle camere a gas
(MeridianaNotizie) Roma, 27 gennaio 2014 – Era il deportato numero 182727. Internato in quanto ebreo nel campo di Auschwitz e costretto a lavorare nei Sonderkommando, le “unità speciali” che si occupavano di cremare i corpi e far sparire ogni traccia dell’eccidio consumato dai nazisti nelle camere a gas. Shlomo Venezia, venuto a mancare il 1 ottobre 2012, è stato uno dei pochi sopravvissuti, l’unico in Italia.
Dopo anni di silenzio soltanto alla fine degli anni ’90 decise di parlare della sua storia, del dramma consumato in quel periodo. In occasione del Giorno della memoria, il Consiglio regionale del Lazio ha piantato un albero di ulivo dedicato a Shlomo Venezia nel giardino del “Parco della Pace – Ytzhak Rabin”, l’area che circonda la struttura di via della Pisana a Roma. Presenti alla cerimonia il presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori, il presidente della comunita’ ebraica di Roma Riccardo Pacifici, e Marika Venezia, la vedova del sopravvissuto Shlomo Venezia, accompagnata dai suoi tre figli.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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