Lo storico cinema di Trastevere rischia la demolizione ma gli occupanti non si arrendono e hanno presentato il loro piano di restauro messo a punto dall’archietto Cristiana Mampaso
(MeridianaNotizie) Roma, 17 febbraio 2013 – Da storico cinema di Trastevere ad un palazzo con venti monolocali di lusso, due parcheggi sotterranei e una galleria d’arte privata. Il Cinema America Occupato, stabile abbandonato da oltre 10 anni e autogestito da 15 mesi, rischia la demolizione. Progettato da Angelo Di Castro negli anni ‘50, il Cinema America, oltre ad essere una delle poche sale di quartiere ancora attive, rappresenta l’unico cinema ancora strutturato nello stile del XX secolo, grazie ad alcuni segni distintivi: la pensilina, l’insegna luminosa, il tetto apribile, l’uso del calcestruzzo e la combinazione fra arte-architettura. Ma gli occupanti non si arrendono alla decisione della Progetto Uno s.r.l., e hanno infatti presentato, durante un’assemblea pubblica, il loro piano di restauro messo a punto dall’architetto Cristiana Mampaso.
Tale progetto ha avuto le adesioni di numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo come Paolo Sorrentino, Nanni Moretti, Carlo Verdone, Elio Germano, Francesco Pannofino, Stefano Benni, Toni Servillo, Rocco Papaleo e molti altri. Inoltre, è in corso un progetto di finanziamento popolare, che si concluderà l’8 marzo con un’assemblea durante la quale i sottoscrittori decideranno come investire i fondi raccolti nel restauro e nella valorizzazione dell’edificio. Parole di sostegno arrivano anche dall’estero, attraverso una nota di Javier Garcia- Gutierrez MOSTEIRO: “Il caso del Cinema America di Roma, la cui difesa da parte di un settore della popolazione è molto rilevante, e la vediamo con ammirazione da Madrid (dove tanti teatri sono caduti e tanti cinema hanno chiuso negli ultimi anni). La sua scomparsa , oltre ad essere un precedente pernicioso , sarebbe una perdita irreparabile di grande importanza non solo come icona storica, architettonica e spaziale ma anche per la memoria storica (soprattutto in una città come Roma, dove il film era diventato un fenomeno socioculturale riconosciuto in tutto il mondo).”
Il servizio di Simona Berterame
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