La protesta intende far luce sulle problematiche di carattere igienico sanitario-ambientale causate dai territori che ospitano l’inceneritore di Albano e le ormai famose discariche di Roncigliano, Cupinoro, Borgo Montello, Malagrotta e dell’Inviolata di Guidonia.
(MeridianaNotizie) Roma, 11 aprile 2014 – Stop alla discarica di Roncigliano. Questa la principale richiesta dei diversi comitati laziali riuniti in presidio davanti alla sede della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo. I comitati puntano il dito contro il cosiddetto “trio monnezza” formato dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, dal sindaco di Roma, Ignazio Marino ed dal patron di Malagrotta, Manlio Cerroni, responsabili della drammatica situazione dei rifiuti nel Lazio. La protesta intende far luce sulle problematiche di carattere igienico sanitario-ambientale causate dai territori che ospitano l’inceneritore di Albano e le ormai famose discariche di Roncigliano, Cupinoro, Borgo Montello, Malagrotta e dell’Inviolata di Guidonia. Bocciati anche gli impianti di biogas “che non sono la soluzione” secondo i manifestanti.
“L’Arpa Lazio ha reso pubbliche delle analisi inedite da cui emergono 163 gravissimi casi di sforamento di inquinanti presenti nelle falde acquifere e la presenza di piombo nel 2013 ha superato di 305 volte i limiti di legge”, spiega Daniele Castri, referente legale del comitato ‘No inc’ di Albano. Una delegazione scelta dai Comitati in presidio alla Regione Lazio per invocare una nuova gestione dei rifiuti, sono appena stati ricevuti negli uffici della sede di via Cristoforo Colombo. A quanto si apprende dai referenti dei Coordinanenti, all’incontro parteciperà anche il dirigente regionale Bruno Placidi, colui che ha sostituito Ranieri de Filippis, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma.
Il servizio di Simona Berterame
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