Le Fiamme gialle avevano scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d’oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l’operazione di questa mattina all’alba.
(MeridianaNotizie) Roma, 4 giugno 2014 – Concussione, corruzione e riciclaggio di fondi. Una bufera travolge Venezia e il Mose, il maxiprogetto per regolare le maree nella laguna veneta. Il sindaco insieme a 34 persone è stato arrestato ed e’ stato chiesto l’arresto per il senatore di Forza Italia, Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto ed ex ministro del Governo Monti. Gli indagati sono un centinaio nell’inchiesta avviata dalla Procura di Venezia sulle presunte tangenti pagate per gli appalti del sistema di dighe mobili.
Tra gli arrestati dalle Fiamme Gialle, nomi eccellenti come l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso, il sindaco di VeneziaGiorgio Orsoni, il consigliere regionale Pd Giampietro Marchese, il presidente del Coveco, cooperativa impegnata nel progetto Mose, Franco Morbiolo, il generale in pensione Emilio Spaziante, l’amministratore della Palladio Finanziaria spa,Roberto Meneguzzo.
Per il senatore Galan, ex presidente della Regione Veneto, le accuse sono di corruzione, concussione, riciclaggio. L’indagine della Finanza era partita tre anni fa, lo scorso anno c’era stato l’arresto di Piergiorgio Baita, ai vertici della Mantovani, societa’ padovana colosso nel campo delle costruzioni. Dopo qualche mese l’arresti di Giovanni Mazzacurati, l’ingegnere “padre” del Mose. Ora la catena di arresti che segna lo sviluppo di una Tangentopoli veneta. Galan e’ coinvolto per il periodo in cui e’ stato presidente della Regione Veneto.
La Redazione
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