L’esplosione è avvenuta a poche ore dallo scadere della tregua di 72 ore iniziata domenica sera
(MeridianaNotizie) Roma, 13 agosto 2014 – Sette morti a Beit Lahiya, tra cui un videoreporter italiano, Simone Camilli. La strage nel nord di Gaza è avvenuta durante un tentativo di smantellare un missile israeliano da parte di esperti palestinesi. Nell’esplosione sono decedute anche altre sei persone, tra cui un giornalista di Gaza, nonché anche numerosi feriti, alcuni in gravi condizioni. Un superstite racconta: “C’era un sorta di trappola nella bomba”. La notizia è confermata dai portavoce del ministero dell’Interno palestinese e dei servizi di emergenza. Il giornalista italiano ucciso lavorava per diverse agenzie internazionali, tra cui l’Associated Press.
Il primo a riferire della sua morte è stato su Facebook il portavoce del ministero della Sanità palestinese a Gaza Ashraf al-Qedra, precisando che le vittime sarebbero tre palestinesi, un giornalista italiano e un quinto di nazionalità sconosciuta. Il portavoce riferisce che le vittime sono state investite dalla deflagrazione di un missile israeliano che non era esploso. La notizia è stata confermata anche da fonti locali citate dall’Ansa. L’esplosione è avvenuta a poche ore dallo scadere della tregua di 72 ore iniziata domenica sera, mentre al Cairo i negoziatori israeliani e palestinesi riprendono i colloqui per tentare di trasformare il cessate il fuoco in una formula di pace più duratura che soddisfi obiettivi quasi opposti, quelli della sicurezza di Israele e la revoca del blocco di Gaza. Il bilancio delle vittime di oltre un mese di guerra si è fermato per ora a 2.000 morti palestinesi, in maggioranza civili, e 67 morti israeliani, quasi tutti soldati.
La Redazione
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