(MeridianaNotizie) Roma, 4 novembre 2014 – Pilotavano la gestione degli appalti pubblici e la concessione di alcuni stabilimenti balneari di Ostia. Ad operare con metodo mafioso la divisione del litorale a nord di Roma, esponenti di spicco del Clan Spada e l’ex direttore dell’Ufficio Tecnico dell’allora 13esimo Municipio, Aldo Papalini, con la collaborazione di imprenditori compiacenti. Le indagini hanno inizio con la sospetta gestione dello stabilimento Orsa Maggiore che nell’estate del 2013 venne revocata al Cral dell’Ente Poste che lo gestiva, per assegnarlo alla Bluedream srl, costruita ad hoc tre giorni prima.
Nei confronti dei promotori di questo ‘sistema’ è scattato alle prime ore di stamattina una operazione condotta in sinergia dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia Costiera, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, nel corso della quale sono stati eseguiti nove provvedimenti restrittivi a carico di altrettanti indagati, tra esponenti della criminalità lidense, imprenditori e pubblici ufficiali che avevano messo in atto un ben oliato impianto corruttivo
Le nove persone indagate sono ritenute a vario titolo resposabili dei reati di “abuso di ufficio”, “turbata libertà degli incanti”, “falsità ideologica”, “concussione”, “corruzione” e “reati finanziari” con l’aggravante del “metodo mafioso” in quanto finalizzati ad agevolare il Clan Spada, federato ai Fasciani, ed egemone nel territorio di Ostia.“
Secondo quanto constatato dalla Procura di Roma il metodo utilizzato da alcuni degli indagati raggiunti questa mattina da un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Roma, per comprare i favori dell’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico di Ostia, Aldo Papalini, avveniva mediante “un sistema di false fatturazioni verso una società con sede a Latina”. “Le mazzette”, con importi variabili dai 40mila ai 60mila euro, finivano sul conto corrente della società legata a Papalini e poi “ritirate” personalmente da un uomo di fiducia dello stesso dirigente, che non risulta indagato nell’inchiesta“
Sotto la lente di ingrandimento ci sono dodici appalti. In particolare i sospetti di illeciti riguardano i lavori di recinzione della spiaggia libera di Castelporziano con la manutenzione dei fabbricati, la riparazione dei giochi per bambini nelle aree verdi, il consolidamento di alcune strade, i lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza dell’ex scuola Gil, la sistemazione di piazza della Stazione Vecchia, lavori su vie e marciapiedi di Centro Giano e San Giorgio, il dragaggio del Canale dei Pescatori.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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