(MeridianaNotizie) Roma, 10 novembre 2014 – “Stop ai licenziamenti, difendiamo la cultura”. C’era la situazione del Teatro dell’Opera di Roma, e dei suoi 182 dipendenti di coro e orchestra licenziati lo scorso 2 ottobre, sul palco del sit in nazionale dei lavoratori delle Fondazioni lirico-sinfoniche, organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Fials. Qualche centinaio i partecipanti, tra musicisti, coristi e tecnici dai teatri di tutta Italia, come la Scala di Milano, il Massimo Bellini di Catania, il Lirico di Cagliari. “Non zittite l’arte”, “La cultura è in coma”, “Orchestra+coro=teatro”, alcuni degli striscioni esposti.
Presenti, oltre ai leader sindacali, alcuni sovrintendenti, come Francesco Ernani, del Teatro Comunale di Bologna, mentre tra i politici ci sono Vincenzo Vita (Pd) e Gianluca Peciola (Sel). “30 anni di buchi – afferma Francesco Melis, della Uilcom di Roma e del Lazio – ci stanno scavando una fossa profonda dove ci vorrebbero mettere dentro. La responsabilità è della politica, che gestisce i teatri, non dei lavoratori che prendono buste paga non corrette per il livello della loro professionalità. Ci stanno massacrando, siamo qui per cercare di non essere smantellati. Sappiamo – chiosa – che gli interventi economici sulla cultura sono un investimento, un volano economico per la nazione”. Al termine della manifestazione una delegazione sindacale si recherà nella sede del Mibact a via del Collegio Romano, dove proverà a incontrare il ministro Dario Franceschini, per chiedere il ritiro dei licenziamenti al Teatro dell’Opera.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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