(MeridianaNotizie) Roma, 15 dicembre 2014 – Un ulteriore e duro colpo al patrimonio della famiglia mafiosa del latitante Matteo Messina Denaro è stato inferto con il sequestro di diversi complessi aziendali, attività agricole e commerciali, terreni e fabbricati, autoveicoli, beni mobili strumentali e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro. La ricostruzione patrimoniale ha permesso di definire le infiltrazioni di Cosa Nostra e dei suoi leader storici, fra cui Matteo Messina Denaro, negli affari di diverse società ed attività agricole e commerciali, dislocate in diverse province della Sicilia e del Sud Italia.
In particolare, l’indagine ha fatto luce sulle modalità di controllo delle attività economiche e produttive sul territorio, da parte dell’organizzazione capeggiata dal Messina Denaro, attraverso la gestione occulta di società e imprese di diretta emanazione criminale, operanti in svariati settori. Le investigazioni hanno permesso di svelare, oltre alle personali responsabilità penali degli indagati nell’azione di supporto alla latitanza del boss trapanese, l’esistenza di un circuito imprenditoriale teso ad assicurare un completo controllo economico del territorio nel settore dell’edilizia e del relativo indotto, mediante la gestione e la spartizione di importanti commesse. Tra i soggetti interessati dai provvedimenti ha assunto particolare rilievo la posizione di Giovanni FILARDO (cugino del latitante Matteo MESSINA DENARO), al quale è stata contestata la titolarità di fatto di società operanti nel settore dell’edilizia. Il soggetto, a fronte di redditi esigui, aveva evidenziato significative disponibilità, sia di tipo aziendale che personale, che sono risultate di provenienza illecita.
Precedenti attività investigative della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Trapani hanno invece evidenziato il ruolo di Francesco SPEZIA nella condotta finalizzata all’intestazione fittizia della SPE.FRA Costruzioni Srl. Gli accertamenti hanno, inoltre, fatto emergere elementi di interesse investigativo sul livello di collocazione all’interno dell’organizzazione di Vincenzo TORINO e Aldo Tonino DI STEFANO, quali prestanome della Fontane d’oro Sas, impresa operante nel settore olivicolo, ritenuta di importanza cruciale sul territorio campobellese. Tra i beni sottoposti a sequestro si annoverano 3 società, 7 quote societarie e 4 ditte individuali, 12 autovetture, 4 veicoli industriali, 1 motociclo, 13 autocarri, 3 semirimorchi, 1 fabbricato industriale, 1 immobile a destinazione commerciale, 8 immobili ad uso abitativo, 29 terreni, 4 fabbricati rurali, polizze assicurative, titoli azionari, rapporti bancari, depositi a risparmio, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro.
Servizio di Cristina Pantaleoni
Altre videonews di Cronaca
VIDEO > Sciopero generale, paralizzato il centro storico: “Renzi Pinocchio”
VIDEO > Fermato corriere della droga albanese, trasportava un quintale di marijuana
VIDEO > Euro falsi made in China scoperti a Palermo, 12 persone in manette