(MeridianaNotizie) Roma, 9 gennaio 2015 – Antonio Placido Scriva, Domenico Morabito e Antonio Domenico Mollica, elementi di vertice dell’ndrangheta calabrese e operanti nel settore jonico della Provincia di Reggio Calabria con interessi anche nella Capitale, sono finiti in manette nell’ambito dell’operazione Fiore Calabro. Gli indagati – tutti pluripregiudicati per associazione a delinquere di stampo mafioso, porto d’armi, omicidio, stupefacenti, sequestro di persona ed altro – sono ritenuti ora responsabili del reato di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso ovvero dall’aver commesso il reato per favorire l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta operante in Calabria e a Roma per il controllo delle attività illecite sul territorio.
L’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con quelle di Reggio Calabria, Milano, Mantova e Viterbo è stata indirizzata verso personaggi appartenenti ad alcune note famiglie della ndrangheta che, da diverso tempo, si sono trasferiti in questo territorio a seguito della cruenta “Faida di Motticella” che negli anni ’80/’90 vide contrapporsi nei paesi aspromontani di Africo, Bruzzano Zeffirio e la sua frazione “Motticella” le ‘ndrine le due opposte fazioni africesi dei PALAMARA-SCRIVA-MOLLICA-MORABITO (cui appartengono gli indagati), da una parte, e quella dei MORABITO-PALAMARA-SPERANZA, dall’altra, mietendo oltre cinquanta vittime.
Da alcuni anni gli odierni arrestati, già colpiti da precedenti provvedimenti di sequestro di beni, avevano lasciato la loro terra di origine trasferendosi nei comuni di Rignano Flaminio e Morlupo ove, avvalendosi di una serie di prestanome, sono riusciti a penetrare nel tessuto economico della zona nord della provincia di Roma, acquistando aziende commerciali, attività di “compro oro”, società che gestiscono la distribuzione di fiori, imprese di allevamento e vendita di carni, attività di ristorazione ed altro. La presente indagine “Fiore Calabro” va quindi a toccare gli interessi criminali della ‘ndrangheta calabrese nel settore della cd. “economia legale” confermando, ancora una volta, la natura verticistica e unitaria della ‘ndrangheta calabrese, l’organizzazione criminale più temibile nel panorama mondiale.
Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare in carcere è stato, infatti, eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni nei confronti di aziende commerciali, attività imprenditoriali, conti correnti nonché numerosi beni immobiliari ritenuti nella disponibilità degli esponenti della ‘ndrangheta e dei loro affiliati per un valore di almeno 100 milioni di euro, in corso di compiuta quantificazione. Inoltre sono stati sottoposti a sequestro oltre dieci immobili ad uso abitativo e commerciale situati tra i comuni di Rignano Flaminio e Morlupo riconducibili a MORABITO Domenico e MOLLICA Domenico Antonio nonché conti correnti e autovetture in uso ai vertici del clan di ‘ndrangheta. Tra le attività sequestrate dalla Polizia di Stato una gioielleria compro oro, una azienda di allevamento bestiame, macellazione carni e produzione di latticini, un negozio di ottica nonché numerosi conti correnti bancari e diversi immobili, per un valore complessivo che supera i cento milioni di euro.
Servizio di Cristina Pantaleoni