(MeridianaNotizie) Roma, 3 luglio 2015 – Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, ha confermato le voci circolate negli ultimi giorni sui mezzi di informazione, ovvero il viaggio in Russia dell’ex presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi avvenuto proprio lo scorso fine settimana. Peskov ha inoltre rivelato che quella del noto esponente della politica italiana è stata una visita privata e che si è svolta prevalentemente in una pensione sui monti Altaj – i monti più alti della Siberia, noti anche come “montagne d’oro” – al confine con la Russia, la Cina, la Mongolia e il Kazakistan (http://www.rg.ru/2015/06/29/putin-berluskoni-site-anons.html).
Il portavoce di Putin, benché pressato dalle domande dei giornalisti, non ha fatto cenno a nessun particolare riguardo i contenuti della discussione tra i due leader, anche se lo stesso Berlusconi aveva precedentemente dichiarato di recarsi in Russia, su invito del presidente russo, con l’intento di riappacificare il Cremlino e l’Occidente: “non posso sottrarmi al dovere di impegnarmi per risolvere questa situazione, in quanto proprio io nel 2002 presiedetti all’accordo di Pratica di Mare tra Russia e Nato, ponendo fine alla “Guerra Fredda”, mentre nel 2009 al G8 fui presente alla firma del patto preventivo tra il presidente Obama e Medvedev sulla limitazione dell’arsenale nucleare russo-americano. Posso quindi risultare utile nella costruzione della pace e nella normalizzazione dei rapporti tra Europa, Stati Uniti d’America e Federazione Russa” (http://rg.ru/2015/06/26/mir-site-anons.html).
Il leader di “Forza Italia” nelle ultime settimane ha più volte espresso la sua preoccupazione per la situazione politica internazionale, soprattutto per quanto riguarda le relazioni tra Russia e Occidente, sottolineando in particolare la dannosità delle sanzioni economiche contro la Russia che a suo parere danneggiano l’economia italiana. Il suo partito, seguito anche dal Movimento 5 Stelle, ha infatti presentato anche una mozione al Parlamento italiano con l’obiettivo di annullare le suddette sanzioni la cui ratifica è stata recentemente rinnovata dall’Unione Europea. Stando alle cifre espresse dal presidente di Banca Intesa Russia Antonio Fallico, l’Italia avrebbe perso più di 6,1 miliardi di dollari di fatturato a partire dal 2014, ovvero da quando sono state varate le prime sanzioni da parte dell’Unione Europea. Come è noto, tale decisione è stata giustificata dai dirigenti europei con l’illegittima – a parer loro e del governo statunitense – annessione della Crimea da parte della Russia in seguito alla “rivoluzione colorata” del febbraio 2014, battezzata anche come “EuroMaidan” (dal nome della piazza della capitale ucraina dove avvennero le proteste contro il precedente governo di Viktor Yanukovych considerato “filorusso” e dalla loro natura in parte “filoeuropeista”), e allo scoppio del conflitto bellico tra l’esercito del nuovo governo ucraino filooccidentale e la resistenza delle popolazioni dell’Ucraina orientale di lingua ed etnia russa, appunto ostili alle caratteristiche “antirusse” della rivolta e del nuovo potere instauratosi a Kiev.
Patrizio Marrone