(Meridiana Notizie) Kiev, 2 settembre 2015 – In Ucraina è scoppiata di nuovo la protesta di piazza nei pressi del Parlamento a Kiev, dove alcuni violentissimi scontri tra nazionalisti e polizia hanno provocato un morto e un centinaio di feriti.
La capitale ucraina all’inizio dell’anno scorso fu teatro del cosiddetto “Euromaidan”, la rivolta filoeuropeista che portò alla destituzione del presidente Viktor Yanukovich, considerato filorusso, e all’instaurazione di un governo filoccidentale, guidato da Petro Poroshenko, che si sarebbe dovuto apprestare ad entrare nell’Unione Europea.
Alle lunghe e numerose giornate di rivolta in piazza Maidan avevano partecipato, oltre alla folla comune esasperata dalle cattive condizioni economiche e ai filoeuropeisti liberaldemocratici, anche diversi gruppi politici nazionalisti di estrema destra quali “Svoboda” (Libertà) e “Pravyj Sektor” (Settore Destro). Proprio queste ultime formazioni politiche sono state protagoniste ieri e l’altro ieri di un vero e proprio tentativo di assalto al Parlamento ucraino, accusandolo in pratica di aver tradito la rivoluzione di Maidan.
I militanti dell’ultradestra erano scesi in piazza a protestare perché alla Rada si stavano discutendo e approvando dei provvedimenti, previsti dagli accordi di Minsk, che avrebbero concesso maggiore autonomia alle regioni russofone del sud-est del paese a loro volta da tempo ribellatisi poiché ostili alla natura antirussa dell’attuale governo ucraino.
Il ministro degli Interni ucraino Arsen Avakov ha additato la colpa agli attivisti del suddetto partito nazionalista “Svoboda”, che a proposito del morto e dei numerosi feriti ha appunto dichiarato: “tutto ciò è stato causato da alcuni ordigni esplosivi gettati da persone con la maglietta del partito Svoboda, che hanno aggredito la Guardia Nazionale”.
Patrizio Marrone