(MeridianaNotizie) Roma, 23 novembre 2015 – Dati alla mano dal 2008 ad oggi le risorse dedicate al nostro settore, quello dell’ospedalità privata, sono diminuite di oltre il 30%. Un’enormità se si considera che mentre da una parte ci viene fornito sostentamento con il contagocce dall’altra vengono richiesti standard di qualità e requisiti altissimi in un disarmante gioco economico/burocratico micidiale che rende la vita impossibile a chi ha scelto di fare l’imprenditore producendo sanità, benessere e salute.
Osservando gli ultimi dati disponibili appare chiara la gravità della situazione. La spesa sanitaria privata è diminuita nel 2014 di circa il 5% in linea quindi con la riduzione costante del reddito medio ed il valore pro-capite si è ridotto da 491 a 458 euro all’anno e le famiglie italiane hanno dovuto rinunciare complessivamente a 6,9 milioni di prestazioni mediche private. Secondo una recente indagine ISTAT relativamente ai consumi dei cittadini la spesa sanitaria privata è diminuita parallelamente alla diminuzione della spesa pubblica. Questo dato comparato, correlazione tra spesa pubblica e privata, è importante perché ci dice che se da una parte, dopo anni di tagli continui e lineari e mastodontiche spendig review la colossale spesa pubblica prima impazzita sta lentamente tornando sotto controllo, quei soldi risparmiati non sono, come verrebbe facilmente da pensare ai più, riversati nei privati ma tutt’altro. Il cittadino se non ha i soldi, e se nel pubblico trova inefficienza e liste d’attesa interminabili, rinuncia a curarsi.
Non è più pensabile quindi continuare di questo passo perché come dimostrato la chiave di volta è nella commistione pubblico e privato, l’unica sinergia in grado di offrire quella complessità di prestazioni e presa in carico del paziente sancita dal diritto costituzionale alla salute per ogni cittadino. Alla luce della Legge di Stabilità varata viene da pensare al prossimo futuro, con preoccupazione e speranza. Preoccupazione perché di fatto il Premier in barba al Patto per la Salute che prevedeva il Fondo Sanitario a oltre 113 miliardi nel 2016 ha fissato la quota a 111 miliardi sostenendo che non ci sono e non ci saranno tagli. Senza l’ausilio della calcolatrice 111 miliardi di euro per il 2016 significano meno 4,3 miliardi previsti dall’accordo con le Regioni (115,3 miliardi di euro). L’altro sentimento è la speranza ed uno spiraglio è anche la paventata, parrebbe la volta buona, introduzione dei costi standard. Efficientamento e risparmio senza intaccare la qualità, ovvero la messa in pratica del nostro mantra quotidiano. Il sistema sanitario pubblico, universalistico, ha senso d’esistere solo se assicura i principi costituzionali di solidarietà, universalità ed equità nell’accesso alle cure, ma per anelare questi obiettivi non è pensabile un sistema senza una sinergia forte tra tutti i player presenti. Il nocciolo della questione è che esiste un punto di incontro tra pubblico e privato, che insieme possono collaborare al meglio per rispondere al bisogno sanitario dei cittadini.
Nel corso degli ultimi anni il settore non pubblico ha dato prova della sua capacità di supportare il SSN in più di una occasione. Un esempio concreto che aiuta a capire quale possa essere l’entità ed il supporto che le strutture non pubbliche sono in grado di erogare è il progetto realizzato lo scorso inverno nel Lazio per fronteggiare l’iper afflusso nei Pronti soccorso: l’Aiop Lazio ha messo a disposizione presso le proprie strutture 400 letti per alleggerire la pressione sui DEA causata dall’epidemia influenzale e l’esperienza è stata estremamente positiva dato che i reparti di medicina delle case di cura associate hanno ricoverato solo nella prima settimana più di 800 pazienti provenienti dai vari nosocomi.
E questo significa che non solo è possibile valutare sinergie con gli ospedali ma è possibile e lo sarà sempre di più per quanto concerne l’assistenza territoriale: il costante invecchiamento della popolazione e l’aumento di pazienti “cronici riacutizzati” o affetti da patologie degenerative rappresenta la sfida più importante dei prossimi anni. In questi mesi inoltre l’Aiop Lazio sta mettendo a punto un accordo con la Regione Lazio in vista del Grande Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco proprio per offrire il proprio contributo al SSR in occasione di un evento mondiale unico. Il comparto della sanità privata può rappresentare una opportunità che va valorizzata in un’ottica di “complementaria competizione” a vantaggio dei pazienti/utenti e del SSN.
La Redazione