(MeridianaNotizie) Roma, 18 gennaio 2016 – I dati parlano chiaro: la mortalità per tumori è in costante diminuzione e in Italia la percentuale di sopravvivenza relativa a 5 anni è elevata ed è aumentata dal 1990 al 2007 del 18% negli uomini e del 10% nelle donne. Genomica, farmaci sempre più efficaci e selettivi, avvento dell’immunoterapia stanno contribuendo in modo determinante alla riduzione dei tassi di mortalità e ad un incremento dell’aspettativa di vita per gli oltre 363.000 italiani che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore.
L’altra faccia della medaglia è però la crescita incontrollata della spesa farmaceutica, in particolare quella ospedaliera. Secondo il rapporto Osmed 2014 sull’uso dei farmaci in Italia, i farmaci antineoplastici ed immunomodulatori sono le molecole a maggior spesa pubblica, pari a quasi 3 miliardi di euro (48,7 euro pro capite) superando i farmaci per il sistema cardiovascolare (45 euro pro capite). E nel periodo 2014-2016 il settore farmaceutico registrerà uno sforamento del tetto programmato di spesa pari a 3,8 miliardi di euro. Come garantire l’universalismo del diritto alle cure, l’accesso tempestivo alle terapie innovative, la sostenibilità economico-finanziaria dei sistemi sanitari? Delle varie opzioni se n’è parlato durante il workshop «Il governo dell’innovazione farmaceutica: modelli di governance equa e sostenibile dei farmaci oncologici innovativi ad alto costo», organizzato da Motore Sanità con la collaborazione di Federsanità ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e MSD Italia.
Servizio di Teresa Ciliberto