(Meridiana Notizie) Roma, 26 febbraio 2016 – Quattro arresti, 22 persone indagate, 10 autocisterne e 6 motrici sequestrati, per un valore complessivo di 802.800 euro. Sono i risultati di un’articolata indagine della Guardia di finanza della Compagnia di Montecatini che ha portato alla luce un’associazione a delinquere specializzata nell’evasione delle accise su carburanti e olii lubrificanti.
L’operazione denominata “Macchia d’olio”, diretta dalla procura di Pistoia, era iniziata nel 2014, dopo il sequestro da parte delle Fiamme gialle di un’autocisterna con 30.000 litri di carburante proveniente dalla Slovenia. Al centro del meccanismo illecito, secondo le Fiamme gialle, c’era una società di intermediazione in provincia di Pisa destinata a gestire illecitamente gli approvvigionamenti di olio minerale tra una raffineria slovena e gli acquirenti italiani, prevalentemente depositi commerciali, distributori stradali e ditte di trasporto. Nella provincia di Pistoia si trovava invece un deposito commerciale di carburante a cui arrivava il combustibile sloveno attraverso l’intermediazione della società pisana.
La frode – secondo la ricostruzione degli investigatori – si completava con l’intervento di un deposito fiscale di Massa Carrara dedito a ricevere i carichi di idrocarburi dalla Slovenia in sospensione di accisa, “trasformarli sulla carta” in prodotto che aveva assolto la tassazione sulle accise per destinarli ad operatori commerciali italiani (ivi compreso il deposito commerciale in provincia di Pistoia) a un prezzo di acquisto inferiore rispetto a quello normalmente praticato sul mercato. Parte del prodotto di contrabbando era destinato alla Campania dove erano “attive” una serie di società fittizie incaricate di “giustificare” la legittima provenienza del carburante attraverso un giro di fatture per operazioni inesistenti. Poco prima di concludere le investigazione, i finanzieri di Montecatini hanno sequestrato ulteriori 52.000 litri di benzina provenienti dalla Slovenia a bordo di due camion, che stavano per essere commercializzati “a nero” dall’organizzazione. La frode ha consentito all’organizzazione criminale di introdurre illegalmente in Italia circa un milione e trecentomila litri di carburante.
Il servizio di Diana Romersi